IL MODELLO GENETICO DELL’INFLUENZA SOCIALE
Per comprendere i fenomeni di conformismo è stata avanzata la distinzione tra influenza normativa, assumere le norme del gruppo per comunicare un’immagine positiva di sé e per mantenere un legame con gli altri e influenza informativa, ovvero assumere posizioni espresse da altri per risolvere i dubbi dovuti a situazioni ambigue. Le ricerche condotte da Milgram [1974] ,invece, descrivono come la conformità giunga a coinvolgere la condotta. Premettendo che l’obbedienza è una forma particolare di conformità e si manifesta quando la maggioranza implica una differenza di status, in seguito ad un suo esperimento, egli definì il concetto di “stato eteronomico”, cioè che una persona inserita in un sistema autoritario passa da uno stato autonomo a uno stato in cui non si sente più libera di agire, poiché deve soddisfare le esigenze di altri.
La visione secondo cui i membri di un gruppo tenderebbero sempre a conformarsi alla visione della maggioranza è stata messa in discussione in particolare da Moscovici [1976], secondo il quali i membri di un gruppo non sono solo bersaglio di influenza, ma anche artefici di influenza e quindi in grado di incidere sulla collettività di appartenenza. Al contrario di una maggioranza, una minoranza non dispone di un buon numero di sostenitori e nemmeno di status e di autorevolezza riconosciuti. Per Moscovici per spiegare che cosa permette di esercitare influenza dichiara che l’elemento centrale del problema va ricercato nello stile di comportamento: una minoranza deve enunciare una posizione ben definita sul problema in questione e rimanervi saldamente fedele opponendosi per tutto il tempo alle pressioni esercitate dalla maggioranza. Lo stile di comportamento deve basarsi sulla conservazione della posizione nel tempo (coinvolta, costante e coerente) e la conservazione dell’accordo tra i membri (compatta, costante e autonoma).
Mettendo a confronto l’influenza maggioritaria e quella minoritaria si posso riscontrare differenze quali:
- Nell’Influenza maggioritaria vi è una pubblica approvazione in cui manca però l’accettazione privata, dunque c’è compiacenza. Il soggetto confronta la propria risposta con quella degli altri, senza dedicare molta attenzione all’argomento stesso e vi è una sottomissione e obbedienza alle norme del gruppo e quindi una conservazione dello “status quo”.
- Mentre nell’influenza minoritaria, anziché compiacenza si ha un cambiamento di atteggiamento soprattutto a livello privato (Conversione). Si ha un processo di validazione, ovvero il soggetto vuole comprendere perché la minoranza rimane coerente, si ha qui attenzione sull’argomento.
Per spiegare le modalità con cui si attivano i processi di influenza maggioritari e minoritari si può iniziare dicendo che di fronte a una maggioranza consistente che invia un messaggio in contrasto con le opinioni condivise fino a quel momento , gli individui o i membri di un gruppo si sentono spinti a considerare questo messaggio vero, legittimato com’è dal prestigio o potere della fonte. Dunque il soggetto si impegna in un’attività di confronto sociale con la maggioranza e si adegua alla definizione di realtà da essa sostenuta. Quando, invece, la fonte d’influenza è minoritaria l’informazione espressa è considerata falsa, sbagliata e la fonte stessa viene vista deviante in quanto i soggetti si identificano, in partenza, con la norma maggioritaria. Quindi c’è una risposta immediata di rifiuto.
Se però la minoranza è consistente il conflitto continua, cioè la minoranza non cede di fronte alle pressioni all’uniformità. Il conflitto tra minoranza e i suoi interlocutori impegna quest’ultimi a focalizzare la propria attenzione sull’argomento della disputa, in una attività di validazione attraverso cui essi cercano di cogliere meglio il punto di vista minoritario per determinare in che misura la risposta deviante nasconda un po’ di verità. A riguardo Moscovici e Personnaz [1980] sostengono che l’influenza maggioritaria si realizza attraverso un processo di confronto tra il soggetto sottoposto a influenzare e la fonte di questa, mentre l’influenza minoritaria si realizza attraverso un processo di validazione del punto di vista minoritario sull’oggetto in discussione. Pérez e Mugny [1993] riprendono queste concezioni nella teoria della elaborazione del conflitto, che parte dall’idea che i diversi livelli dell’influenza, manifesta e/o latente, sono l’effetto del modo in cui il soggetto-bersaglio di influenza si rappresenta la situazione.
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