LE RELAZIONI FRA I GRUPPI SOCIALI
Secondo ricerche condotte in laboratorio le persone si pongono in modo differente di fronte ai membri del proprio gruppo e a quelli degli altri. Tajfel [1981] parla di un continuum interpersonale -intergruppi di un attore sociale, in cui il comportamento interpersonale è presente in quelle situazioni sociali tra due o più persone in cui ogni interazione viene determinata dall’incontro diretto fra le persone stesse e il comportamento intergruppi è presente nelle situazioni sociali tra due o più persone in cui ogni interazione reciproca è determinata dalla loro appartenenza a diversi gruppi.
La condizione essenziale per un comportamento intergruppi è la credenza secondo cui i confini tra i due gruppi sono definiti in modo rigido e immutabile, per cui non è possibile che gli individui passino da un gruppo all’altro mentre la condizione per un comportamento interpersonale è la credenza secondo cui i confini fra i gruppi sono permeabili e non vi sono ostacoli tanto forti da impedire l’eventuale passaggio da un gruppo all’altro. Studiando l’effetto del destino comune si è inoltre riscontrato che il condividere la stessa sorte, positiva o negativa, sembra sufficiente a suscitare una discriminazione valutativa a favore del proprio gruppo di appartenenza.
Tajfel elaborò l’ipotesi secondo la quale non è necessario richiamare in causa, per dar conto delle discriminazioni intergruppi, né i conflitti oggettivi di interessi, né l’interdipendenza del destino; è sufficiente una categorizzazione in gruppi di certi attori del mondo sociale.
A riguardo Doise [1976] elabora la nozione di processo di differenziazione categoriale, secondo cui il processo di categorizzazione oltre a permettere agli individui di organizzare e semplificare il proprio mondo sociale gli fornisce, in quanto membro di determinati gruppi sociali, uno strumento per differenziare gruppi e categorie sociali.
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