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La bellezza del cosmo


L'uomo non solo si accorge degli esseri come di una presenza con le sue diversità, e del suo io come parte del tutto, ma anche che questi esseri non sono posti gli uni accanto agli altri in maniera disordinata; al contrario rientrano in un disegno accuratamente ordinato.
Il mondo infatti ha un suo carattere ben ritmato, proporzionato.
In questo paragrafo si mette in evidenza come tutto sia stato predisposto da qualcuno e come non sia dovuto al caso, e che questo qualcuno si identifichi in Dio. Ne gli scienziati, ne l'intelligenza possono spiegare la bellezza del cosmo.
Il mondo appare come una totalità ordinata, perché ogni essere, il legame con tutti gli altri, possa favorire soprattutto la realizzazione dell'uomo.
La prova che Dio non ha mai smesso di rendere testimonianza di se agli uomini, attraverso la regolarità del ritmo della natura, è stata fatta propria sia dall'Antico sia dal Nuovo testamento. Quando nelle scritture si parla del tempo della pioggia, del tempo di frutti, del tempo del parto, si vuole parlare dei doni che Dio fa alle sue creature, perché possano perfezionarsi. È Dio che crea e ordina questi tempi. Soprattutto nei riguardi degli uomini, Dio manifesta la sua preoccupazione come provvidenza. Il senso di Dio, inteso come provvidenza, fa parte del racconto di molte religioni e in particolare delle religioni più antiche. Soprattutto delle religioni agrarie, la coscienza del legame col divino lega il suo riconoscimento religioso alla misteriosa fecondità della terra e della donna.

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