misurare l’innovazione (output, vantaggi, svantaggi)
l’obiettivo principale della misurazione dell’innovazione è comparare la performance e l’attività innovativa di imprese diverse, di paesi diversi, o della stessa impresa (o paese) in periodi storici diversi. per permettere una comparazione, bisogna quindi assegnare una quantità ad un concetto difficilimente quantificabile quale l’innovazione.
per la misurazione degli input, la proxy comunemente usata è l’ammontare degli investimenti in attività di r&s, variabile che meglio quantifica lo sforzo innovativo, non misurabile in maniera oggettiva. gli investimenti in r&s hanno un elevato grado di dettaglio dei dati, sono comuni alla maggior parte delle imprese (o paesi) e rendono quindi più semplice la comparazione. gli svantaggi principali derivano dal fatto che non è detto che ad ogni investimento in r&s corrispondano risultati certi, che in molti settori l’innovazione è cumulativa, mentre l’ammontare degli investimenti attuali non considera gli investimenti avvenuti in passato, che tale misura non tiene conto degli effetti di spillover generati tra settori o progetti diversi, ma considera gli investimenti delle singole imprese (o paesi) come unico input per l’innovazione tecnologica, e soprattutto che la maggior parte degli input per la realizzazione di un’innovazione sono immateriali, in quanto l’r&s copre meno del 50% degli investimenti innovativi.
per la misurazione degli output, le proxy comunemente utilizzate sono l’introduzione di nuovi prodotti sul mercato e la quantità di brevetti effettuata. i brevetti sono rilasciati solo per innovazioni che hanno una potenziale rilevanza commerciale, contengono informazioni rilevanti sulle caratteristiche della nuova tecnologia o prodotto e soprattutto i dati su di essi sono gratuiti, facilmente reperibili e coprono lunghi periodi di tempo. gli svantaggi derivano dal fatto che non tutte le innovazioni sono brevettate e che non tutto ciò che è brevettato è un’innovazione rilevante; inoltre, considerare i brevetti come misura dell’output innovativo di un’impresa porta a problemi di comparazione:
1. tra brevetto e brevetto, poiché due brevetti della stessa area tecnologica possono avere un valore diverso o riferirsi ad innovazioni con rilevanza diversa;
2. tra imprese, in quanto output simili a volte si riferiscono a capacità produttive diverse;
3. intertemporale, perché le leggi sui brevetti possono essere modificate nel tempo;
4. tra settori, poiché in alcuni settori il brevetto non è la protezione più efficace per la proprietà intellettuale, e settori diversi hanno un diverso bisogno di innovare;
5. tra paesi, che sono caratterizzati da diversa struttura produttiva, diversi settori in cui primeggiano, diverse strutture legislative e diversi incentivi per le imprese ad innovare.
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Autore:
Maria Caldiero
[Visita la sua tesi: "Il cosiddetto ''obbligo di repechage'' nei licenziamenti individuali per ragioni economico-produttive"]
- Università: Università degli Studi di Siena
- Facoltà: Economia
- Esame: Politica Economica dell'innovazione
- Docente: Maria Alessandra Rossi
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