Conclusioni su Il valore della vita
Per concludere, nel saggio Il valore della vita, come negli altri componimenti giovanili, si nota la spiccata volontà, dell’autore di Breslavia, di autonomia rispetto ai modelli (soprattutto Aristotele e Kant), che sarà poi basilare nella sua riflessione matura.
Schleiermacher coltiva innanzitutto il desiderio di comprendere in che modo nozioni come virtù e felicità possano essere introdotte nel mondo umano. Kant, invece, aveva articolato la sua filosofia pratica in modo da dotarla di un vasto diorama di leggi morali, ma aveva totalmente sacrificato il particolare, il “reale della possibilità”, all’universalità della pura intenzione. L’approccio etico di Schleiermacher differisce notevolmente anche da quello di Aristotele. L’etica aristotelica, infatti, mostra limiti non trascurabili: essa si appiattisce entro coordinate geostoriche particolari, al di là dalle quali, molte delle categorie o degli assiomi fondamentali dell’etica aristotelica perdono la loro efficacia e non possono avere una certezza incontrovertibile. L’approccio etico del teologo tedesco, poggiando sulle basi della cultura, acquisisce, invece, un respiro notevolmente ampio, pur radicandosi sul terreno della concreta temporalità storica.
Schleiermacher, dunque, rispetto ai modelli ha concretamente sviluppato una riflessione etica alternativa.
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Autore:
Carmine Ferrara
[Visita la sua tesi: "Il problema del male e del nulla nel ''De casu diaboli'' di Anselmo d'Aosta"]
- Università: Università degli Studi di Salerno
- Facoltà: Lettere e Filosofia
- Corso: Filosofia
- Esame: Filosofia delle religioni
- Docente: Sergio Sorrentino
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