RUSSIA
Anche la Russia voleva risolvere la questione degli indennizzi. La Russia era isolata e mirava ad uscire da questo stato di isolamento grazie alla figura del ministro Čičerin (ex nobile diventato comunista e abile diplomatico). Egli firma dei trattati di pace di mutuo riconoscimento coi paesi confinanti. Inoltre cerca di dialogare con le potenze europee, presentando la Russia come un potenziale mercato, facendo leva sugli interessi economici.
1921: trattati commerciali con Gb e Germania + convocazione di una conferenza per discutere la questione indennizzi.
La Gb era interessata ad allearsi commercialmente con la Russia perché la NEP sembrava allettante.
La Gb ritiene vantaggiosa dal punto di vista economico la ridiscussione delle riparazioni previste da Versailles, revisionismo; la Francia resta da convincere ma Briand sembra possibilista.
Si avvia il dialogo a Londra; la Gb propone alla Francia una garanzia britannica in cambio di una revisione delle riparazioni tedesche e degli indennizzi russi; Briand nega possibilità cancellazione indennizzi sul fronte russo, ma si mostra possibilista per le riparazioni tedesche MA a patto che la garanzia britannica copra tutti i confini usciti da Versailles. La Gb non vuole perché se ne frega del destino di certe aree quali la Polonia.
1922 Cannes; conferenza preparatoria in cui Briand e Lloyd George si incontrano nuovamente in disparte e la Gb propone una garanzia di tipo regionale. Briand nel frattempo è caduto in minoranza e gli viene imposto di non accettare. Egli si dimette e gli succede Poincaré, del filone degli intransigenti.
1922 Genova; vengono invitati anche Germania e Russia. Gli Usa non partecipano, quindi non si può parlare dei debiti, questione decisamente legata alle riparazioni.
In aprile 1922 Germania e Russia si appartano a Rapallo e stipulano il Trattato di Rapallo, un trattato tra esclusi. Cicerin parla di disarmo e di coesistenza pacifica, suggerisce dei percorsi che attirano l’attenzione dell’opinione pubblica. La Germania si lascia convincere e firma, nel timore che anche la Russia avanzi pretese di riparazioni. Il Trattato di Rapallo ha due pilastri: uno politico-diplomatico e l’altro economico-militare:
a)politico-diplomatico: i due governi si riconoscono a vicenda (ciò comporta l’invio reciproco di diplomatici); superamento dell’isolamento
b)economico-militare: rinuncia ad ogni rivendicazione di tipo economico tra loro. Clausola della nazione favorita; se concedi qualcosa a uno stato terzo, lo devi concedere pure a me! Clausola segreta; Parte integrante del trattato era anche un protocollo aggiuntivo segreto relativo alla cooperazione militare tra i due paesi. Tale protocollo prevedeva la possibilità per i tedeschi di testare le proprie armi in territorio sovietico, aggirando la demilitarizzazione imposta dal trattato di Versailles.
Fine Conferenza di Genova; restano tutti i problemi e la Francia con la sua intransigenza ha aggravato la propria situazione.
1922; la Germania avanza una nuova richiesta di moratoria: la Gb dice ok; la Francia dice ok se in cambio mi dai risorse produttive e mi fai sfruttare le miniere; teoria dei pegni produttivi. Nel 1922 la Francia aveva intenzione di invadere la Ruhr e di occuparla. In gennaio 1923 l’esercito francese occupa la Ruhr, sentendosi giustificati dal fatto che la Germania non ha pagato le riparazioni, inadempienza volontaria dei tedeschi che non consegnano migliaia di pali telegrafici; reazione tedesca: resistenza passiva, sciopero, no collaborazione con le truppe occupanti. Ciò causa crisi in Germania e iperinflazione in Francia. Servirebbe un intervento degli Usa per risolvere la situazione.
1924; In Germania Stresemann (dx) è di nuovo cancelliere e riuscirà ad ottenere la revisione di Versailles; vuole ottenere il revisionismo attraverso il dialogo; inizialmente chiede un accordo con la Francia, ma questa rifiuta. Allora la Germania pone fine alla resistenza passiva. Germania, Francia e Usa decidono di costituire un Comitato per le Riparazioni; 1924 comitato Dawes:
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Dettagli appunto:
- Autore: Alice Lavinia Oppizzi
- Università: Università degli Studi di Milano
- Facoltà: Scienze Politiche
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