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Indocina


Spesso si tende a legare le crisi coreana e vietnamita, poiché entrambe rappresentative della cosiddetta “teoria del domino”. Ma le due vicende sono molto differenti, perché mentre la vicenda coreana è scatenata dall’attacco della Corea del Nord nei confronti della Corea del Sud (25 giugno 1950), nel caso del Vietnam non c’è una data precisa di inizio del conflitto: si parla di escalation verso lo stato di guerra.
La penisola indocinese, territorio compreso tra Cina e Siam (Tailandia) che include Cambogia, Laos e Vietnam, è dalla seconda metà del XIX secolo colonia francese. Il movimento indipendentista vietnamita assume maggiore importanza dopo la prima guerra mondiale, sotto la leadership di HO CHI MINH: ex maestro elementare, dopo aver viaggiato in tutto il mondo, nel 1918 si trasferisce a Parigi, dove si unisce a un gruppo di vietnamiti nazionalisti emigrati che si ispirano al principio wilsoniano di autodeterminazione dei popoli -> una volta divenuto chiaro che tale principio è riservato ai soli popoli bianchi, Ho si converte all’ideologia marxista-leninista, fondando nel 1929 il Partito comunista  indocinese. La sconfitta della Francia nel giugno 1940, rivela la vulnerabilità del grande impero coloniale un tempo invincibile e sembra far avvicinare l’indipendenza vietnamita: tuttavia nel settembre 1940 le forze giapponesi si riversano nel Tonchino, la provincia più settentrionale del Vietnam, fino ad occupare l’intero paese. Ho torna segretamente in patria, dopo l’esilio in Cina, per organizzare la resistenza contro francesi e giapponesi: nel maggio 1941 fonda il VIETMINH (Lega per l’indipendenza del Vietnam) e aiuta l’intelligence USA fornendo informazioni sui movimenti delle truppe giapponesi, nella speranza di ottenere poi l’appoggio statunitense per una rapida indipendenza. Con la sconfitta del Giappone, il 25 agosto 1945 il Vietminh costringe ad abdicare Bao Dai, l’imperatore posto dai giapponesi come governo di facciata, e il 2 settembre Ho Chi Minh proclama l’indipendenza della Repubblica democratica del Vietnam, dichiarando (per accattivarsi il pubblico statunitense) “che tutti gli uomini sono creati uguali e dotati di diritti inalienabili”. Roosevelt è contrario alla ricostituzione del potere coloniale francese e propone per l’Indocina un’amministrazione fiduciaria internazionale per prepararla all’indipendenza, tuttavia Churchill denuncia la proposta come un pericoloso precedente che potrebbe sminuire la posizione coloniale della Gran Bretagna in Asia. La proposta va in fumo dopo la morte di Roosevelt ed il vuoto di potere postbellico viene colmato dai cinesi a nord e dai britannici a sud del 16° parallelo: esaurite le operazioni di disarmo dell’esercito giapponese il controllo torna nelle mani dei francesi, i quali il 23 novembre 1946 scatenano la guerra contro il Vietminh ;  Ho Chi Minh predilige la strategia della guerriglia, evitando gli scontri in campo aperto e concentrandosi su attacchi “hit-and-run” (attacco a sorpresa e dispersione nelle campagne), mentre i francesi costruiscono avamposti militari isolati nelle campagne da dove conducono missioni “search-and-destroy” per snidare i vietminh dai loro nascondigli. I francesi, dopo aver riconosciuto l’indipendenza del Vietnam all’interno dell’Unione Francese, il 14 giugno 1949 riportano al governo Bao Dai.

Tratto da STORIA DELLE RELAZIONI INTERNAZIONALI di Alice Lavinia Oppizzi
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