L’ENFASI SULLE PRATICHE QUOTIDIANE
L'enfasi sulle pratiche quotidiane
Pone enfasi sulle pratiche quotidiane; questa prospettiva ci sensibilizza al ruolo dei comportamenti e dei gesti abitudinari che compiamo quotidianamente nella produzione, e soprattutto nella riproduzione, degli equilibri (ad esempio se il nostro stile di vita è insostenibile, tale insostenibilità è giustificata dal fatto che io continui a mantenere nel tempo determinati gesti e comportamenti quotidiani all’apparenza insignificanti: è il caso dei piccoli gesti quotidiani che comportano l’inquinamento delle nostre città, perché non prestiamo attenzione all’effetto di determinati gesti).
Ciò ci porta a riconoscere le ragioni dell’insostenibilità, ma anche a cogliere quei deboli segnali di cambiamento e trasformazione; se non prestassi attenzione ai comportamenti delle singole persone non riuscirei a percepire la domanda di sostenibilità, perché la domanda di sostenibilità nasce da piccoli gesti quotidiani.
Si rischia sennò di non essere in grado di valutare la domanda di sostenibilità.
Prestare attenzione alle pratiche quotidiane è fondamentale anche per elaborare una prospettiva teorica adatta a cogliere le fonti di cambiamento: infatti per analizzare la domanda di sostenibilità occorre abbandonare quel dualismo che per lungo tempo ha caratterizzato gli studi sociologici, dualismo che distingue tra azione individuale e struttura, cioè il sistema delle relazioni, delle norme e dei valori in cui io mi muovo: bisogna cioè contemplare l’interazione fra queste due dimensioni (ad esempio da un lato mi rendo conto che i consumatori sono più sensibili alla sostenibilità, e che quindi pongono in essere azioni quotidiane a sostegno della sostenibilità, dall’altro però mi rendo conto che l’intero sistema sociale diventa più attento alla sostenibilità, e tra queste due componenti si instaura un’interazione virtuosa, cioè il singolo rivendica sostenibilità da un lato, e dall’altro la struttura inizia a far propri i valori di sostenibilità). Quindi non è vero che la sfera individuale è solamente ancorata alla libertà, e la sfera della struttura è solo ancorata al condizionamento: in realtà queste due sfere interagiscono fra loro.
Di qui…CONSUMO = insieme di pratiche
Coagulo di norme e di stili che riflettono l’autonomia individuale ma possono essere utilizzate situazionalmente
Il ricorso a questa nuova prospettiva porta a definire il consumo sostenibile come un insieme di pratiche, di comportamenti che scaturiscono dall’aggregazione di norme e stili di vita che riflettono l’autonomia individuale, pur essendo declinate in modo differenziato a seconda della situazione in cui vivo.
Il nostro comportamento è cioè legato ad abitudini quotidiane che esprimono la nostra autonomia personale, ma che per essere accettate e comprese dagli altri devono essere plasmate, espresse in modo adeguato alla situazione (se ad esempio sono un consumatore critico, cercherò di esprimere in ogni mio gesto questa mia sensibilità, però la mia ricerca di sostenibilità assumerà caratteri diversi a seconda della situazione in cui mi trovo).
E’ una definizione che riesce a cogliere i due aspetti della libertà individuale e di condizionamento della situazione (se sono un consumatore sostenibile andrò a ricercare quelle modalità di consumo e quei beni che hanno basso impatto ambientale; ma siccome non sono socialmente libero, dovrò sempre declinare la mia scelta in base alla situazione in cui mi trovo, e rifiuterò così ad esempio i beni usa e getta, che producono un forte commercio occulto: ma se sono in una situazione in cui non ci sono altre opportunità, sceglierò il tipo di bene usa e getta a minore impatto).
Il tema del consumo sostenibile deve essere sempre valutato nel suo impatto sugli stili di vita, sugli orientamenti, sui modelli che io assumo, e deve essere sempre contemplato nel suo dar vita a delle micro-regole, a delle cornici interpretative che hanno carattere temporaneo. Quindi se parlo di sostenibilità devo andare a valutare due dimensioni: la dimensione di impatto a medio-lungo periodo, cioè come la sostenibilità modifica lo stile di vita, il modello valoriale a cui mi ispiro, e la dimensione delle regole, dei principi cui io ispiro il mio comportamento, i miei singoli atti: ciò dà luogo a quelle che vengono chiamate cornici di significato o cornici di senso contemporanee, contemporanee in quanto vengono applicate nelle diverse situazioni.
Non a caso il consumatore sostenibile si presenta come un soggetto collettivista, attento al bene comune, che rifugge dalle norme imposte, ma al contempo svolge un’intensa vita relazionale partecipando ad una pluralità di gruppi e reti, e soprattutto come un soggetto che vede la natura come una realtà fragile e bisognosa di sostegno.
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Dettagli appunto:
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Autore:
Andrea Balla
[Visita la sua tesi: "Analisi delle principali tecnologie applicate al settore automotive"]
[Visita la sua tesi: "I Diritti Particolari del Socio nella Nuova S.R.L."]
- Università: Università degli Studi di Torino
- Facoltà: Economia
- Docente: Prof. Cugno
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