Il modello input–output tra i settori coinvolti nell’industria turistica
può essere intesa come un metodo di rappresentazione di un sistema economico che disaggrega la parte componente attività di produzione. Il comportamento del sistema economico oggetto di studio può essere rappresentato, in forma aggregata, da un circuito economico nel quale le “imprese” producono i beni e i servizi destinati a “famiglie e resto del mondo”, utilizzatori finali che forniscono alle “imprese” le risorse primarie (forza lavoro e beni e servizi non prodotti dall’economici). L’analisi input – output evidenzia un sottocircuito in più, e cioè quello degli scambi di beni e servizi tra le “imprese” o tra loro raggruppamenti significativi, i settori. La descrizione delle interdipendenze intermedie tra settori produttivi integra la descrizione delle interdipendenze finali tra settori produttivi e impieghi finali da un lato e tra settori produttivi e risorse primarie dall’altro. Si presenta come un modello statico, perché si limita a prendere in considerazione la rete delle interdipendenze che si producono in un sistema economico in un solo punto nel tempo rinunciando a spiegare le interdipendenze intertemporali legate a fenomeni di accumulazione, e come un modello aperto, perché rimangono di determinazione esogena anche le altre componenti della domanda finale, quali i consumi delle famiglie e le esportazioni. Il modello si fonda su 3 insiemi di relazioni, due che ne rappresentano i vincoli contabili e il terzo che ne descrive l’ipotesi comportamentale base con un insieme di vere e proprie equazioni. Il primo insieme di identità descrive il fatto che la produzione lorda di ogni industria è identicamente uguale alla somma delle quantità dei suoi prodotti consumati da tutte le altre industrie o dalle famiglie. Il secondo insieme di identità, insieme delle equazioni di prezzo, esprime un secondo vincolo contabile e dice che in condizioni di equilibrio il valore della produzione di ogni settore è identicamente uguale al valore di tutti i beni e servizi impiegati nella sua produzione. Affinché questi due insiemi si trasformino in modelli input – output bisogna ricorrere a un terzo insieme di equazioni: quello che descrive le funzioni di produzione settoriali, cioè le relazioni tecniche intercorrenti tra l’output fisico di un settore e tutti gli input assorbiti da quel settore nel suo processo produttivo. Quella migliore è la funzione di produzione a coefficienti fissi, che si fonda sulle ipotesi di rendimenti di scala costanti e assenza di sostituibilità tecnica tra i fattori di produzione nell’ambito di un dato processo produttivo, mentre non implica in alcun modo l’ipotesi di costanza dei coefficienti di produzione nel tempo. Nella sua applicazione al turismo, è importante perché permette di dividere il vettore dei consumi in consumo degli stranieri in Italia, consumo degli italiani in Italia e consumo degli italiani all’estero, quantificando solo i consumi turistici degli stranieri e degli italiani in Italia, e permette di depurare il vettore C da quella soddisfazione non con beni di produzioni nazionale.
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Dettagli appunto:
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Autore:
Elisabetta Pintus
[Visita la sua tesi: "L'individuazione di nuovi segmenti turistici: ''il turismo danzante''"]
- Università: Università degli Studi di Cagliari
- Facoltà: Economia
- Esame: Economia del turismo, a.a. 2010/2011
- Docente: Roberto Cotti
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