Le difficoltà nel misurare l’impatto specifico ambientale di attività turistiche
è difficile perché bisognerebbe conoscere la situazione di partenza, distinguere l’effetto dovuto all’uomo dall’effetto dovuto alla natura, individuare l’effetto comunque prodotto dall’uomo indipendentemente dal suo comportamento turistico. Inoltre, la complessità delle interazioni che caratterizzano i fenomeni turistici rende quasi impossibile la misurazione dell’impatto totale, poiché generano un’infinità di effetti indiretti e di ripercussioni temporali, spaziali e trasversali. La scelta degli indicatori di impatto da utilizzare e la valutazione del peso da attribuire loro risentono di fattori soggettivi; per ultimo, le sfere di influenza dello sviluppo turistico e le loro conseguenze assumono un ruolo diverso a seconda che debbano essere valutate in una prospettiva locale, regionale, nazionale o internazionale. Ci sono quindi diverse procedure a seconda dell’obiettivo e delle tecniche di stima adottate: le procedure ad hoc, dove un team di specialisti identifica gli impatti nei rispettivi campi di competenza sulla base di un insieme di parametri indicati dai pianificatori pubblici, procedure che si basano sull’uso di mappe di superficie, in grado di descrivere le caratteristiche ambientali e territoriali di un’area e la loro dinamica; procedure che si basano sull’elaborazione di una lista di controllo con le più importanti forme di impatto che si sanno connesse a evoluzione e modifiche specifiche dell’ambiente fisico considerato.
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Autore:
Elisabetta Pintus
[Visita la sua tesi: "L'individuazione di nuovi segmenti turistici: ''il turismo danzante''"]
- Università: Università degli Studi di Cagliari
- Facoltà: Economia
- Esame: Economia del turismo, a.a. 2010/2011
- Docente: Roberto Cotti
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