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CBT - trattamento cognitivo-comportamentale - per l’insonnia dell'anziano


Anziano: la prevalenza dell’insonnia è stabile negli adulti ma subisce un incremento dopo i 70 anni. Spesso l’insonnia è sostenuta da altri disturbi del sonno (apnea, mioclono, sindrome delle gambe senza riposo), la cui incidenza aumenta dopo i 40 anni e da disturbi del ritmo circadiano.
Nella valutazione dell’insonnia nell’anziano bisogna attenersi a 3 principi fondamentali:
1. i fattori che contribuiscono all’insonnia in tarda età sono molteplici; è importante identificare gli obiettivi su cui incentrare l’intervento psicologico;
2. vi è la necessità di separare i fattori del disturbo di insonnia su cui è possibile intervenire dai normali cambiamenti nel sonno dovuti all’età e poco modificabili;
3. negli anziani alcuni problemi di insonnia hanno inizio in anni precedenti ed è molto importante approfondire la storia del sonno del paziente.
Si raccomanda la polisonnografia per escludere come cause disturbi respiratori e motori nel sonno, frequenti nelle età avanzate. L’intervento non farmacologico nella cura dell’insonnia può essere di particolare utilità negli anziani in cui i problemi di ordine medico e/o psicologico hanno un peso notevole e che impongono l’assunzione di altri farmaci. La tecnica del rilassamento progressivo può essere modificata eliminando o riducendo la fase della tensione muscolare degli esercizi in modo da evitare crampi e dolori agli arti. La tecnica della restrizione del sonno può essere resa più tollerabile programmando con il paziente brevi sonnellini diurni. Il trattamento degli insonni anziani porta a un consolidamento del sonno, riduce l’eccesso di veglia intranotturna e aumenta il potenziale ristorativo del sonno, ma non modifica la profondità del sonno e non aumenta il TTS.

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