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Trattamenti cognitivo-comportamentali vs trattamenti farmacologici nella cura dell'insonnia


I benefici ottenuti con trattamenti psicologici basati sul CBT risultano di comparabile entità, sebbene i TF abbiano maggiore efficacia a breve termine.
Il vantaggio dei CBT, valutati in follow-up a 3 e 24 mesi, riguarda il perdurare più a lungo degli effetti del CBT rispetto a quelli dei trattamenti farmacologici e gli effetti collaterali minimi.
Nella pratica clinica è frequente trattare pazienti che assumono o hanno assunto farmaci (perché molti si rivolgono al medico curante).
Eppure, sinora, gli studi effettuati non hanno ancora chiarito in quali casi la combinazione sia più efficace del solo intervento coi CBT.
In uno studio di Marin sebbene i farmaci abbiano prodotto maggiori progressi a breve termine, l’efficacia dell’intervento combinato sembrava sparire nel lungo periodo.
La maggior efficacia a lungo termine dei CBT è attribuibile a:
l’insonne potrà mettere in atto anche dopo la fine del trattamento le strategie acquisite per migliorare o mantenere la qualità del proprio sonno;
i pazienti trattati solo con farmaci o con una combinazione di TF e CBT attribuiscono i miglioramenti raggiunti nella qualità del sono al farmaco anziché a se stessi.
Entrambe le ipotesi assumono che un aumento della self efficacy nella gestione del sonno sia il vantaggio esclusivo del CBT.
Vari studi hanno evidenziato una riduzione significativa nell’assunzione di farmaci ipnotici nei pazienti che hanno fruito di trattamenti cognito-comportamentale per l’insonnia (76% nella ricerca di Espie).

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