Il controllo e la self efficacy
Skinner afferma che il controllo è un costrutto centrale in quasi tutti gli aspetti del comportamento e dell’esperienza umana.
In psicologia della salute si è privilegiata tradizionalmente una concezione di controllo come tratto stabile o stile cognitivo.
L’origine del costrutto è da ricondursi alla teoria dell’apprendimento sociale di Rotter, il quale distinse gli orientamenti al controllo interno ed esterno: gli interni credono che gli eventi siano una conseguenza delle proprie azioni, mentre gli esterni credono che le cause degli eventi riguardino fattori al di fuori del controllo.
Il modello originario postula che il soggetto adotti con maggiore probabilità un certo comportamento se si aspetta di raggiungere uno scopo e se lo scopo ha un valore.
La dimensione di internalità/esternalità del locus of control è stata in seguito estrapolata dal resto del modello è ha cominciato ad essere trattata come variabile di personalità.
Tale tendenza è stata rafforzata dall’adozione di uno strumento di misura specifico, la scala del locus of control di Rotter, che valuta questa caratteristica bipolare della personalità.
Le ricerche empiriche hanno cercato di applicare il concetto di locus alla spiegazione dei comportamenti di salute, partendo dal presupposto che gli interni si assumano maggiormente la responsabilità delle proprie azioni e della propria salute.
Le critiche sulla scala di Rotter sottolinearono l’opportunità di adottare misure del controllo specifiche alle varie situazioni, e l’importanza di sviluppare misure multidimensionali.
Wallston & W. misero a punto la scala del controllo multidimensionale, la misura più popolare del locus, essa misura le aspettative generalizzate rispetto alla salute lungo tre dimensioni:
1. Credenza che la salute sia il risultato delle proprie azioni
2. Credenza che la salute sia sotto il controllo di altri potenti
3. Credenza che la salute dipenda dal caso o dalla fortuna.
Gli interni dovrebbero adottare maggiormente comportamenti volti alla promozione della salute, la credenza nel ruolo di altri può essere funzionale in presenza di malattie acute o croniche, la credenza nella fortuna può essere adattiva in condizioni in cui c’è poco da fare, anche se in condizioni normali dovrebbe rendere le persone meno inclini ad adottare comportamenti protettivi.
Le ricerche che hanno esaminato la relazione tra comportamenti protettivi e locus hanno prodotto risultati contraddittori, e le conclusioni sulle capacità del concetto di prevedere i comportamenti sono pessimistiche.
Bersagli principali delle critiche sono il fatto di ignorare il valore attribuito alla salute dalle persone e la scarsa specificità delle misure di controllo.
Le critiche investono tutte le prospettive che concepiscono il controllo come attributo di personalità stabile.
Una di queste è la teoria dell’hardiness di Kobasa, che fa del controllo percepito una delle dimensioni essenziali di un tipo di personalità definito endurante o hardy.
E’ uno stile di comportamento composito dove dominano tre fattori:
Impegno (i soggetti sono molto impegnati nella vita e nel lavoro)
Sfida (percepiscono i cambiamenti come una sfida)
Controllo (pensano di padroneggiare gli eventi)
L’hardiness sembra avere un effetto di protezione contro lo stress.
Ci sono però una serie di problemi:
I soggetti hardy possono negare i problemi di salute, rendendo le risposte ai questionari inattendibili
L’hardiness è stata studiata in soggetti con livello di istruzione superiore e in situazioni specifiche di stress professionale.
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Dettagli appunto:
- Università: Università degli Studi di Roma La Sapienza
- Facoltà: Psicologia
- Esame: Psicologia della Salute
- Docente: Violani
- Titolo del libro: Psicologia della salute
- Autore del libro: Zani B., Cicognani E.
- Editore: Il Mulino
- Anno pubblicazione: 2000
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