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L’impostazione crociana


4.1 Il presupposto della gnoseologia di Vico è che il vero è il fatto stesso, quindi il conoscere è strettamente connesso con l’operare (per questo, Vico critica fortemente le scienze astratte del suo tempo).

4.2 Vico si allontana dal razionalismo astratto, riconoscendo l’importanza dello sperimentalismo, criticando le suggestioni provenienti dallo storicismo romano (che comunque vanno a integrare la sua metodologia) e diffidando degli universali (concetti collettivi).

4.3 Uno stretto legame esiste anche tra moralità e religione, entrambe fonti di libertà e responsabilità. In questo campo si inserisce la storia, che rappresenta la forma più concreta della conoscenza; la ragione storica deve sostituirsi a quella giusnaturalistica poiché consente di pervenire a una concezione politica che colga il concreto fondamento del divenire e sia incentrata sulla prudenza e sulla saggezza.

4.6 Il problema della libertà è, innanzi tutto, religioso: la religione si tramuta in vita pratica, e quindi è strettamente legata alla morale, ma è anche un problema giuridico perché il diritto, a sua volta, senza saldi fondamenti religiosi e morali, diventa semplice utilitarismo. Questa riflessione, però, non mostra un Vico poco realista, anzi, egli considera le passioni umane fondamentali, infatti il diritto – intriso di morale e religione – nasce proprio dallo studio delle passioni stesse, del loro spazio e del loro controllo (studia in particolare la passione della forza).

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