La realizzazione di una carta geografica
La realizzazione di una carta geografica richiede una serie di operazioni. La cosiddetta prima fase è relativa alla rappresentazione degli originali del disegno e dei nomi che si desumono da carte topografiche o da carte a scala maggiore di quella che si intende costruire. Gli originali sono costituiti da diversi fogli trasparenti, su ognuno dei quali viene disegnata una specifica variabile fisica o umana, come l’idrografia, da abbinare a vari colori. Ogni originale viene compilato dal disegnatore in base alle istruzioni circa la scala, il formato e la proiezione. Dai vari originali sovrapposti e formanti la carta, terminate le fasi intermedie, le quali richiedono un lungo e attento lavoro attuato con speciali strumenti e tecniche, si ottengono le diverse copie definitive (ultima fase). Le copie definitive sono rappresentate da pellicole trasparenti, caratteristiche indispensabili per riprodurre fedelmente il disegno. Servono per sensibilizzare le lastre metalliche per la macchina da stampa. La fase finale della compilazione della carta consiste nella stampa successiva dei vari colori che la compongono. I colori, stampati in ordine successivo, sono: il blu per l’idrografia, il rosso per le strade principali, il giallo per le strade, il nero per i centri abitati.
La carta geografica è la rappresentazione grafica in piano della superficie della Terra o di una sua parte. Essa è una rappresentazione ridotta, approssimativa e simbolica. L’aggettivo ridotto significa che è impossibile mantenere nel disegno le distanze reali e conduce al concetto di scala. Approssimato vuole sottolineare il fatto che è altrettanto impossibile sviluppare senza deformazioni o errori una superficie sferica su di un piano e di conseguenza l’aggettivo apre il discorso relativo alle proiezioni. Simbolico intende evidenziare il ricorso a simboli o segni convenzionali per significare i vari elementi geografici fisici, antropici e politici perciò fa porre attenzione alle legende. Per quanto riguarda la scala è necessario puntualizzare che essa è il rapporto tra il valore delle distanze misurate sulla carta e quelle reali. La scala è data da una frazione che pone al numeratore l’unità e al denominatore un numero che esprime il valore della riduzione: di solito si usa una potenza o un multiplo di dieci. Il denominatore indica il numero di volte che si deve moltiplicare una distanza sulla carta per ottenere la distanza reale sulla superficie terrestre. Quanto più il denominatore è piccolo tanto più il divario tra carta e superficie è minimo e quindi la realtà è meno rimpicciolita e maggiori sono le informazioni che possono essere riportate sulla carta. Invece quanto più il denominatore è grande, tanto più la realtà è rimpicciolita e poche sono le informazioni che si possono avere dalla raffigurazione. La scelta della scala dipende dall’uso che si vuole fare della carta e dall’ampiezza del territorio che si vuole rappresentare e su cui si vuole indagare.
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Dettagli appunto:
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Autore:
Gabriella Galbiati
[Visita la sua tesi: "Logica del tempo in Guglielmo di Ockham e Arthur Norman Prior"]
- Università: Università degli Studi di Napoli "L'Orientale"
- Facoltà: Lettere e Filosofia
- Esame: Geografia del Mediterraneo
- Docente: Fabio Amato
- Titolo del libro: Vademecum cartografico, vita e pensiero
- Autore del libro: Schiavi Alessandro
- Editore: Roma
- Anno pubblicazione: 2008
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