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L’Unione Sovietica di Stalin - 1927/9 -


Tra il 1927 e il 1929 Stalin si impone come il dirigente indiscusso del Partito comunista sovietico e della stessa Unione Sovietica. Decide di cambiare la linea di azione, promuovendo l’industrializzazione del sistema produttivo e la completa collettivizzazione dell’agricoltura. Per realizzare ciò, ricorre alla pianificazione, ovvero alla definizione di obiettivi produttivi da raggiungere entro archi di tempo determinati. Nel 1928 viene messo a punto il primo piano quinquennale. La produzione industriale cresce incredibilmente. Sorgono città industriali, soprattutto nelle zone degli Urali, e molti contadini lasciano la campagna per trasferirsi e lavorare nelle fabbriche. Nel 1940 l’Unione Sovietica diventa la terza potenza industriale al mondo. Allo stesso tempo i salari sono bassi e l’andamento dei prezzi è sempre in salita. Le condizioni di vita in città sono misere e i livelli di consumo inferiori a quelli dei paesi occidentali. Stalin e i suoi collaboratori hanno deciso di attuare la collettivizzazione delle aziende agricole. Tutti i contadini sono costretti ad associare le loro aziende a cooperative agricole o a cederle ad aziende possedute e gestite dallo Stato. Molti contadini non sono d’accordo e vengono forzati con metodi coercitivi. Le aziende vengono espropriate e i proprietari deportati o giustiziati come nemici della rivoluzione. Così tra il 1928 e il 1937 l’agricoltura è in declino ovunque.
La vera caratteristica dello stalinismo è il governo attraverso la paura e il sospetto. Sin dalla fine degli anni Venti sono state messe in atto espulsioni ed emarginazioni dei capi comunisti che si sono opposti a Stalin. Il principale è stato Trotskij. Per indicare l’operazione di allontanamento, si usa il termine purga. Gli avversari vengono espulsi come si espellono le feci. Nel mentre Trotskij si trasferisce in Messico, dove continua la sua polemica contro Stalin, ma qui viene raggiunto dai sicari e ucciso nel 1940. Chi è contro lo stalinismo viene giustiziato o deportato nei campi di concentramento, che in Unione Sovietica vengono organizzati molto prima rispetto ai nazisti. Nel 1931 vengono amministrati dai Gulag (Amministrazione centrale dei campi) e sono impegnati nei lavori forzati.
Anche qui l’omosessualità è un reato, l’aborto è proibito e il divorzio è difficile da conseguire.

Tratto da L'ETÀ CONTEMPORANEA di Gabriella Galbiati
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