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Il cognitivo e il normativo-sociale delle rappresentazioni


Rappresentazioni sociali occupano un posto intermedio tra concetti (il cui fine è astrarre il significato dal mondo e introdurre ordine) e precetti (riproducono il mondo in maniera significativa).
La rappresentazione fa corrispondere ogni immagine a un’idea e ogni idea a un’immagine più sono sistemi cognitivi con un linguaggio e logica propri: gli individui pensano autonomamente e comunicano incessantemente le loro specifiche rappresentazioni (x strada, bar, uffici…), la gente continuamente analizza, commenta, inventa. Scopo: rendere familiare tutto ciò che è inconsueto e ignoto per creare un universo in cui possiamo sentirci a casa. Si mettono in atto 2 meccanismi:
-    ancorare: le idee insolite, ridurle e categorie e immagini ordinarie, porle in un contesto familiare, si trasferiscono nella nostra sfera in cui siamo capaci di interpretarlo
-    oggettivare: trasformarle da qualcosa di astratto in qualcosa di concreto (tradurre ciò che è nella mente in qualcosa che esiste nel mondo fisico)

= meccanismi che rendono l’inusuale usuale; le rappresentazioni sociali diventano così parte del mondo oggettuale che ci circondano ed entrano nel nostro universo psichico.
Hanno natura convenzionale più non sono il prodotto di ricostruzioni stabili, ma un principio organizzatore della conoscenza mobile che varia in rapporto alla situazione contestuale. Non sono rappresentazioni cognitive.

Tratto da FONDAMENTI TEORICI DI PSICOLOGIA SOCIALE di Antonella Bastone
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