I remake di Hitchcock
I remake di Hitchcock
“Psycho” è il titolo del romanzo di Robert Bloch del 1959, da cui Alfred Hitchcock ha tratto l’omonimo film del 1960. Il film originale appartiene al “periodo hollywoodiano” della produzione di Hitchcock, il cosiddetto “periodo della suspense”.
Il cinema, secondo Hitchcock, non è una mimesi della realtà, ma una re-invenzione della realtà stessa, in quanto nella realtà si scatenano degli incubi che lo spettatore avverte come se fossero propri, e questo produce nello spettatore la suspense.
In Psycho Hitchcock ha ottenuto proprio la suspense, cioè, secondo la sua definizione, “un’emozione di massa, un gioco con il pubblico. Non è un messaggio che ha interessato il pubblico. Non è una grande interpretazione che ha stupito il pubblico. Non è stato un romanzo molto noto che ha attratto il pubblico. Quello che ha emozionato il pubblico, è stato il film puro.” (da “Alfred Hitchcock” di Fabio Carlini, il castoro cinema, ediz. La nuova Italia).
Queste considerazioni sono, a mio avviso, significative per capire quello che Hitchcock si proponeva di realizzare con Psycho e per capire se il remake abbia raggiunto questi obiettivi e si possa considerare all’altezza dell’originale.
Innanzitutto bisognerebbe capire perché in questo periodo i film di Hitchcock sono oggetto di tanti remake, da “Delitto perfetto”, interpretato da Michael Douglas e Gwyneth Paltrow, al recente film Tv “La finestra sul cortile”, di e con Cristopher Reeve.
Il remake è molto di moda, in un cinema poco ricco di creatività come quello attuale, ed affidarsi alle idee di un regista famoso come Hitchcock, che è considerato il maestro del genere thriller, è sicuramente più semplice e più comodo che realizzare pellicole nuove.
Probabilmente oggi è difficile trovare dei registi capaci di girare dei film dello stesso livello, ma è anche difficile proporre dei soggetti innovativi, capaci di emozionare un pubblico sempre più smaliziato e competente. Tutto sembra già visto e colpire lo spettatore è indubbiamente più difficile che trent’anni fa.
Con la diffusione dell’homevideo e dei canali televisivi pay-tv, come in Italia “Tele+”, il pubblico ed in particolare quello più giovane è abituato a vedere una grande quantità di film di ogni genere, sempre più ricchi di effetti speciali. Gli effetti speciali fanno lievitare i costi di produzione delle pellicole, tanto che gli esperti ritengono quasi impossibile produrre oggi dei kolossal tradizionali, ritenuti troppo onerosi anche per i grandi studios hollywoodiani.
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Autore:
Monica Ravalico
[Visita la sua tesi: "Rassegna degli studi di percezione dello spettatore al cinema"]
- Facoltà: Lettere e Filosofia
- Corso: Discipline dell’Arte, della Musica e dello Spettacolo
- Esame: Filmologia
- Docente: Roberto Nepoti
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