Tre modelli societari: tradizionale, dualistico e monistico

Legislatore ha distinto tre modelli:
TRADIZIONALE (LATINO o ITALIANO) ➝ se statuto non dispone diversamente
DUALISTICO (TEDESCO) ➝ paragrafo 5
MONISTICO (ANGLOSASSONE) ➝ paragrafo 6

Perché legislatore ha introdotto più modelli?
Introdotti in considerazione globalizzazione e quindi mercato comune e presenza in Italia di imprese con capitale straniero.
Tuttavia dualistico e monastico sono abbastanza lontani rispetto ai sistemi stranieri. Questi modelli poi sono stati pensati tenendo conto delle imprese di maggiori dimensioni.
Un’ulteriore ragione deriva dal fatto che dualistico ha avuto un certo successo, oltre che in Germania, anche in Francia e in altri Paesi. È però un modello che si allontana parecchio dall’originario modello tedesco.

Legislatore parla di:
Sistemi di amministrazione e controllo ➝ nella disciplina ante 98 il controllo sulla gestione e il controllo contabile rappresentavano un tuttuno che faceva capo ai sindaci.
Questa dualità di compiti ha portato a nella realtà ad esaltare il controllo contabile e a mettere in secondo piano il controllo sulla gestione.
Con il TUF (1998) per la prima volta i due controlli sono stati separati affidandoli:
COLLEGIO SINDACALE ➝ controllo sulla gestione
SOC REVISIONE o REVISORE CONTABILE ➝ controllo contabile
Cammin facendo questa distinzione è stata in parte superata.

per QUOTATE: distinzione netta
per NON QUOTATE: è possibile attribuire a Collegio Sindacale il controllo contabile purchè vi siano tre condizioni (una positiva e due negative):
deve essere espressamente previsto nella statuto
non si deve trattare di una società quotata
non deve essere capogruppo obbligata a redigere il bilancio consolidato
Quindi oggi per le non quotate e le non capogruppo è molto diffusa clausola per cui collegio sindacale effettua due controlli per evitare costi società di revisione.