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Il contatto col paziente: punti nodali e trame alternative

Il contatto col paziente: punti nodali e trame alternative    


Sotto il profilo del joining, il terapeuta fin dal primo momento cerca di mettersi in contatto, di “entrare” nel mondo dei suoi interlocutori e di vedere la realtà attraverso i loro occhi o i loro presunti sentimenti, scendendo però a livelli che possono ancora passare inosservati ai singoli soggetti.    
L’elemento più importante è che ciò che viene osservato deve rappresentare una realtà emotivamente significativa per il soggetto, per cui egli “senta” che è stato colto dal terapeuta un aspetto affettivo rilevante, e che quindi ha la possibilità di essere compreso e di condividere con lui parte del proprio mondo. Siccome tale realtà condivisa è però il risultato di una serie di interazioni che si inseriscono in un processo, debbono esservi da ambo le parti certi accomodamenti, cioè movimenti di adattamento della propria immagine a quella dell’altro, nel tentativo di arrivare a certi elementi di identificazione accettati da entrambi.    
Il joining rappresenta il presupposto del buon esito della terapia, identificandosi con la capacità di cogliere la situazione psicologica attuale dei membri del sistema e di risalire da essa ai problemi e ai condizionamenti che ad essa sono legati.     Il joining si attua essenzialmente attraverso il singolo individuo che fa da tramite col resto della famiglia e che può cambiare di volta in volta.        
Il terapeuta dunque costruisce il rapporto con la famiglia attraverso il rapporto con i suoi vari componenti e, contemporaneamente, attraverso il modo in cui collega le loro diverse esperienze, dando loro un significato in un quadro complessivo.    
Quella che è apparentemente una raccolta di informazioni diventa quindi un mezzo per introdurre informazione nella struttura percettiva. Il joining costituisce pertanto contemporaneamente un mezzo di unione e uno strumento di cambiamento. Evocare un’immagine o proporre una definizione o un significato è anche agire attraverso di essi.

Tratto da TEMPO E MITO IN PSICOTERAPIA FAMILIARE di Antonino Cascione
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