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Il concetto di supporto e riserva del testo filmico

Il concetto di supporto e riserva del testo filmico



- Supporto: le dinamiche che un testo filmico si impegna ad organizzare e che definiscono a loro volta gli snodi di base a cui il testo si muove, se vogliono da un lato trasformare delle ipotesi in un esercizio effettivo, e dall’altro dotare di stabilità degli assetti in parte variabili, debbono appoggiarsi a qualcosa o a qualcuno.
Ci vuole una presenza di fatto: in questo senso un corpo, rispetto a un ruolo, è come una lastra fotografica che fa apparire l’immagine nei suoi contorni precisi e che nello stesso tempo blocca il movimento in una posa canonica.
- Riserva: la lastra è anche un palinsesto in cui ogni iscrizione si somma a delle tracce precedenti e ogni mantenimento si fa occasione di memoria. Infatti le dinamiche del testo, ben lontane dall’incontrare delle presenze inerti, attingono a qualcosa o a qualcuno che è in grado di nutrirle e istruirle, incontrano cioè quello che è il ricettacolo di una competenza: in questo senso un corpo, rispetto al ruolo, è come un registro da cui si possono dedurre i conti passati e presenti.
Supporto, riserva: è allora chiaro perché non è un aspetto materiale ma una dimensione funzionale che ci preme: tra corpo e ruolo c’è una stretta complementarietà, che porta ciascun termine a fare aggio sull’altro, fino a rendere i rispettivi movimenti, anche se discontinui, perfettamente allineati.
In Quarto potere, i titoli di coda ospitano i P.P. di tutti i personaggi principali con l’indicazione dei rispettivi ruoli, salvo Kane/Welles, segnalato da una semplice didascalia, per di più in formato ridotto, solo alla fine delle parti minori; neppure la regia con il suo responsabile hanno un grande rilievo, visto che tocca loro l’ultimo cartello, e oltretutto in coabitazione, ma intanto questo corpo d’attore e d’autore sottratto ad un rinvio troppo visibile riempie il testo di sé, come sostegno di ogni travestimento e di ogni trucco, e come alimento del mistero; dunque il ritegno che emerge all’inizio e alla fine è soltanto un paradosso per rimarcare meglio quanto il principio che guida le immagini e i suoni, e con esso la destinazione ideale che il discorso filmico intende avere, debba all’esistenza di mossieri concreti.

Tratto da CINEMA di Nicola Giuseppe Scelsi
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