La Russia imperiale - Il regno di Alessandro II (1855-1881)
Dopo la sconfitta della guerra di Crimea, Alessandro II avviò una serie di riforme:
• la riforma sociale si concentrò sull’abolizione della servitù della gleba (1861);
• la riforma del sistema giudiziario pose al centro il principio dell’eguaglianza, anche se continuavano a esistere tribunali speciali (le corti ecclesiastiche e militari);
• la riforma del governo locale introdusse una forma di autogoverno locale (zemstvo) alla quale vengono affidate varie funzioni;
• la riforma dell’esercito introdusse numerose innovazioni (migliorare la preparazione e la qualità professionale degli ufficiali, creazione di scuole militari, abolizione delle punizioni corporali), ma la più importante riguardava il servizio militare obbligatorio che fu esteso a tutte le classi.
Le riforme trovarono alcuni oppositori nei circoli ufficiali e tra la nobiltà e per questo motivo gli anni ’60 furono tumultuosi, caratterizzati da disordini e dalla ribellione che scoppiò in Polonia nel 1863 [la ribellione scoppiò dopo l’applicazione della politica liberale di Alessandro II: i polacchi aspiravano alla piena indipendenza e i successi delle nazioni europee li spinsero ad agire senza successo contro la Russia. In ogni caso il sovrano continuò il suo processo di riforma.
Nel frattempo si acuiva la lotta tra la destra governativa e la sinistra rivoluzionaria e radicale; in particolare il movimento rivoluzionari di quegli anni si identifica con il populismo (narodničestvo), che finì per essere associato ai pensieri di Herzen e Bakunin. Il punto culminante si ebbe nel 1873, quando il governo imperiale ordinò ai giovani russi che studiavano in Svizzera di abbandonare il Paese; molti di loro si recarono nei villaggi con l’intento di aiutare il popolo. Ma la crociata populista fallì: le masse non risposero agli appelli e l’unica possibilità di lotta che restava era data dall’azione degli stessi rivoluzionari. Ebbero inizio parecchi anni di violenza caratterizzati da cospirazione, terrorismo e assassinio, e in breve tempo emerse un’organizzazione che esplicitamente eleggeva il terrorismo quale fulcro della propria attività (Zemlja i Volja = Terra e Libertà); essa si sciolse poco dopo in Cërnyj peredel (Spartizione nera), che poneva lì’accento sul programma, e Narodnaja Volja (Volontà del Popolo), che lanciò un’imponente offensiva terroristica il cui obiettivo principale era l’imperatore (nel 1881 riuscirono a ucciderlo).
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Autore:
Francesca Masciadri
[Visita la sua tesi: "L'Unione Europea e la promozione dei diritti umani"]
[Visita la sua tesi: "Formule tradizionali e dinamiche innovative nella fiction italiana. Il caso de I Liceali"]
- Università: Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano
- Facoltà: Lingua e Cultura Italiana
- Corso: Lingue e Letterature Straniere
- Esame: Letteratura Russa
- Titolo del libro: Storia della letteratura russa
- Autore del libro: Nicholas Riasanovskij
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