La diffusione del canto liturgico in ambiente monastico
La diffusione del canto liturgico in ambiente monastico
Dato che nella Chiesa Antica il compito principale dell'attività letteraria era quello didascalico e pratico, nonostante la decadenza degli importantissimi centri di Alessandria e Antiochia, l'attività letteraria non si estinse. Vero è che la qualità delle opere prodotte tra il V e il VII secolo è molto più bassa rispetto a quelle prodotte tra il III e il IV ma si continua tuttavia a scrivere.
Segnaliamo un'ampia produzione poetica finalizzata al canto liturgico che ha i suoi risultati migliori nel cosiddetto kontakion (il tipo di componimento più diffuso) e nell'opera di Romano il Melode, che fu attivo nella prima metà del VI secolo. L'ambiente monastico è ancora in fermento e rappresenta comunque la manifestazione più importante della cristianità orientale, anche in ambito culturale. Quello egiziano ci appare molto modesto e si esprime soprattutto in copto. In Siria, soprattutto in Palestina, il livello medio è senza dubbio più alto e la lingua greca rimane ancora concorrente con quella siriaca. Soprattutto nestoriani e monofisiti si esprimono in copto e siriaco, in odio al difisismo dell'Impero Bizantino.
Parlando di monofisiti parliamo di Severo di Antiochia che fu tra i più importanti teologi attivi tra il V e il VI secolo. Era monaco a Gaza e fu patriarca di Antochia per qualche anno. Era un grande predicatore, così come testimoniano le sue Omelie cattedrali, e difendeva strenuamente il monofisismo di ascendenza cirilliana (Contro l'empio grammatico). Era capace di sfruttare benissimo tutte le sottigliezze della lingua e infarcisce i suoi libri con una marea di citazioni, soprattutto da Atanasio e Cirillo.
Suo avversario fu Leonzio di Bisanzio, che scrisse un Contro nestoriani ed eutichiani. Lo scritto dimostra ancora una volta quanto rarefatto si sia fatto ormai il discorso teologico, quanto miri all'argomentazione sottile, che sostituisce la densità del pensiero e in cui i grandi temi della politica sembrano ormai estenuati.
La medesima ripetitività la troviamo anche nella produzione esegetica, con l'aggravante che manca quell'adesione ai temi di scottante attualità che in qualche modo rivitalizzava la letteratura dottrinale di cui parlavamo prima. Sorgono soprattutto le cosiddette Catene Esegetiche che sono raccolte di passi esegetici di commento alla Sacra Scrittura, messe insieme collazionando commentatori antichi in modo da formare per ogni passo un ventaglio di interpretazioni diverse.
Infine i Commentari all'Apocalisse di Ecumenio ed Andrea di Cesarea che costituiscono il primo tentativo di commento di questo testo in Oriente.
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Dettagli appunto:
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Autore:
Gherardo Fabretti
[Visita la sua tesi: "Le geometrie irrequiete di Fleur Jaeggy"]
[Visita la sua tesi: "Profezie inascoltate: il "Golia" di Giuseppe Antonio Borgese"]
- Università: Università degli Studi di Catania
- Facoltà: Lettere e Filosofia
- Esame: Letteratura Cristiana Antica
- Docente: Grazia Rapisarda
- Titolo del libro: Storia della letteratura cristiana antica
- Autore del libro: Manilo Simonetti - Emanuela Prinzivalli
- Editore: EDB
- Anno pubblicazione: 2008
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