Skip to content

Gli scritti di Cipriano

Gli scritti di Cipriano 



Cipriano si caratterizzò invece per l'equilibrio attento, la misura meditata, la centralità sapiente, doti indispensabili ad un uomo di governo quale fu. Si tenne lontano da discussioni troppo dottrinali per aderire al dato scritturistico (Testimonia ad Quirinum). Le circostanze lo vollero alla testa della chiesa di Cartagine in momenti difficilissimi, tra peste, carestie, persecuzioni e contrasti violenti.
Il problema principale della Chiesa era come comportarsi con gli abiuratori durante le persecuzioni di Decio e Valeriano. Si distinguevano in:
- sacrificati = avevano senza dubbio sacrificato 
- thurificati = avevano solo bruciato incenso 
- libellatici = si erano solo procurati il certificato
C'erano poi quelli che pur non avendo abiurato non avevano patito le torture e c'erano quelli che invece l'avevano patita (i confessores) e pretendevano una parte significativa nel decidere la riammissione dei caduti. A Cartagine Cipriano nel 251 dice che i sacrificati potevano essere riammessi solo se erano in pericolo di vita. Le altre due categorie erano riammesse dopo un piccolo atto di penitenza.
Ricordiamo infine Commodiano, primo poeta cristiano di lingua latina. Restano di lui un poema didascalico in esametri, in due libri, l'Instructiones, e un Carmen apologeticum, o de duobus populis, in esametri (anche se il senso della metrica è quasi totalmente perduto in favore del ritmo), che riassume contro giudei e pagani il senso della storia. Insiste molto sulla prossima fine del mondo, prima della quale si mostrerà un popolo nascosto che vincerà i malvagi.

Tratto da LETTERATURA CRISTIANA ANTICA di Gherardo Fabretti
Valuta questi appunti:

Continua a leggere:

Dettagli appunto:

Altri appunti correlati:

Per approfondire questo argomento, consulta le Tesi:

Puoi scaricare gratuitamente questo appunto in versione integrale.