I processi di industrializzazione- 1700 -
Ancora più imponente del processo estensivo fu quello intensivo. Dapprima esso consistè nella ripresa delle iniziative cinquecentesche sospese dalla crisi del 1600. La sua forma più semplice, vale a dire la trasformazione di prati e pascoli in colture, assunse proporzioni tali da nuocere al rapporto coltivazione – allevamento, con la conseguenza che il prezioso bene animale divenne in molte regioni un bene estremamente scarso.
Altri processi di intensificazione delle colture furono la rotazione complessa e pluriennale con regolare alternanza delle annate a cereali e delle annate a pascolo e la coltura alternata, praticata in Inghilterra e Paesi Bassi, che alternando cereali e piante foraggere non impoveriva il suolo. Non si dimentichi, però, a proposito della coltura alternata, che essa presupponeva il concetto moderno di proprietà individuale, cioè la rinuncia alla frammentazione fondiaria e all'obbligo del sistema unitario di coltura, la recinzione e l'abolizione dei pascoli comuni, che intaccava diritti profondamente radicati – legati alla proprietà dei signori fondiari nobili e borghesi che da secoli erano abituati a riscuotere le loro rendite – e minacciava esistenze umane, in particolare la sopravvivenza di quelle famiglie piccolo e semi – contadine che usufruivano delle terre comuni, del diritto al secondo pascolo e alla spigolatura. Dunque, nonostante i molti progressi, l'agricoltura non era ancora in grado di affrontare il suo difficile compito: l'alimentazione delle masse e la miseria sempre più diffusa.
Nella manifattura, nel commercio e nelle finanze il 1700 sviluppò quello che il 1600 aveva avviato nel segno della generale ristrutturazione delle economie nazionali. L'Inghilterra aveva ormai trionfato con la sua politica di potenza, realizzando nei mari un dominio totale, superando Olanda prima e Francia poi. La manifattura inglese esportava moltissimo nelle colonie mentre la Francia rimase legata agli articoli del commercio tradizionale. Anche i cereali trovarono buon smercio internazionale, specialmente da parte dell'Inghilterra, che ne diventò la prima importatrice, a beneficio delle regioni produttive come la Germania.
Nell'ambito del commercio non si conoscono innovazioni radicali ma un ampliamento ragguardevole dei metodi già da tempo applicati. Con l'estendersi del commercio su scala mondiale, infatti, era ormai indispensabile eliminare le forme arcaiche di pagamento. Così anche se i metalli preziosi continuarono ad avere grande importanza, fu il cambio a occupare il primo posto. Nella fondazione di banche di stato e nel formarsi di una fitta rete di banche comunali e private, troviamo le risposte che i paesi europei dettero a queste esigenze.
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Dettagli appunto:
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Autore:
Gherardo Fabretti
[Visita la sua tesi: "Le geometrie irrequiete di Fleur Jaeggy"]
[Visita la sua tesi: "Profezie inascoltate: il "Golia" di Giuseppe Antonio Borgese"]
- Università: Università degli Studi di Catania
- Facoltà: Lettere e Filosofia
- Esame: Storia moderna
- Docente: Gino Longhitano
- Titolo del libro: Alle origini dell'età moderna
- Autore del libro: Ernst Hinrichs
- Editore: Laterza
- Anno pubblicazione: 2005
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