L'applicazione del concetto di rischio inerente: un modello operativo di valutazione
Abbiamo illustrato il concetto di rischio inerente sotto diversi profili di analisi:
1) in una dimensione soggettiva, con riguardo alle particolari situazioni di opportunità o motivazione del management alla introduzione/tolleranza di errori significativi;
2) in una dimensione oggettiva, trattando le concrete situazioni di difficoltà oggettiva nel pervenire a determinazioni quantitative attendibili;
Da un punto di vista operativo, è estremamente importante analizzare a fondo le determinanti del rischio inerente di tipo oggettivo, la cui identificazione si fonda su una compiuta analisi delle circostanze d'azienda e d'ambiente che costituiscono fattori di incertezza rispetto alle modalità di rilevazione, valutazione, classificazione e disclousure dei valori di bilancio. In termini più analitici, la componente oggettiva del rischio inerente, che si articola in IR generale e IR specifico, è originata da 2 categorie di fattori di rischio:
- il "grado di complessità gestionale" del processo che dipende, a sua volta, da 2 variabili:
1) il dinamismo e la discontinuità che caratterizzano il processo e i suoi rapporti con l'ambiente producendo variabilità sia nei contenuti delle attività sia a livello di risultati: è opportuno specificare che con il termine "dinamismo" si identifica la velocità del cambiamento mentre con quello di "discontinuità", la prevedibilità del medesimo;
2) L'articolazione strutturale che contraddistingue le attività del processo e i suoi rapporti con l'ambiente, determinato sia dalla numerosità delle aree di risultato e dalla loro connessione, sia dalla numerosità e articolazione delle aree di responsabilità. È di tutta evidenza che più numerose e diversificate sono le tipologie di "risultato" ottenibili, maggiore è l'articolazione strutturale delle attività, come pure più numerose e separate sono le "aree di responsabilità", in sintesi maggiore è l'articolazione strutturale di tipo organizzativo e più complesse sono le modalità di gestione;
- Rilevanza degli "interessi contrapposti" all'interno del processo in quanto questo è spesso condizionato dalle esigenze di altri soggetti, in contrapposizione rispetto all'azienda. In sintesi la valutazione dell'influenza che interessi contrapposti possono avere sul processo può essere sintetizzata mediante la definizione di "fattori di rischio" quali:
- La liquidità dei processi medesimi e che possono stimolare operazioni illecite di appropriazione con conseguente depauperamento del patrimonio aziendale;
- La rilevanza dell'impatto che determinate leggi e altre normative applicabili possiedono con riferimento ai processi operativi, ovvero la rigidità e il grado con cui queste sono " pervasive" e permeano le fasi di svolgimento di un processo.
Naturalmente, tali dimensioni oggettive di rischio si manifestano in presenza di una scarsa o inesistente attenzione alle questioni etiche da parte del personale aziendale o dei terzi. Inoltre, tale elemento di rilevanza delle questioni etiche non è facilmente verificabile da parte del revisore che spesso opera sulla base del principio secondo cui la mera sussistenza di fenomeni oggettivi di liquidità dei processi e di rilevanza delle normative applicabili costituisce condizione sufficiente per determinare elementi di pericolo e quindi di rischio di errori.
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Dettagli appunto:
- Autore: Salvatore Busico
- Università: Seconda Università degli Studi di Napoli
- Facoltà: Economia
- Corso: Economia Aziendale
- Esame: Revisione aziendale e revisione aziendale avanzato
- Docente: Manuela Lucchese e Ferdinando Di Carlo
- Titolo del libro: Principi e metodologiche di auditing
- Autore del libro: Massimo Livatino, Nicola Pecchiari, Giuseppe Pogliani
- Editore: EGEA
- Anno pubblicazione: 2007
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