Criteri per definire una sostanza come neurotrasmettitore

Vengono utilizzati 3 criteri principali per confermare che una molecola agisce come neurotrasmettitore in una certa sinapsi:
1)    la sostanza deve essere presente nel neurone presinaptico (non nella glia), e cioè la sostanza deve essere prodotta dal neurone presinaptico attraverso diversi processi biochimici;
2)    la sostanza deve essere rilasciata in risposta ad una depolarizzazione presinaptica e il rilascio deve essere calcio-dipendente (il rilascio deve richiedere l’ingresso di calcio nella terminazione presinaptica);
3)    sulla cellula postsinaptica devono essere presenti recettori specifici per quel neurotrasmettitore.
Quando questi criteri vengono soddisfatti, si conclude inequivocabilmente che una certa sostanza è utilizzata come trasmettitore in una data sinapsi.
 Le sostanze che non hanno soddisfatto tutti questi criteri vengono definite neurotrasmettitori “putativi”.

Differenza tra neurotrasmettitori e ormoni
Gli ormoni secreti dal sistema endocrino normalmente influenzano le cellule bersaglio agendo a grande distanza dalle cellule che li rilasciano. Questa “azione a distanza” viene realizzata tramite il rilascio degli ormoni nel flusso sanguigno.
Diversamente, la distanza alla quale agiscono i neurotrasmettitori è molto ridotta. A livello di molte sinapsi i neurotrasmettitori si legano soltanto ai recettori situati sulla cellula postsinaptica, nello spazio immediatamente sottostante alla terminazione sinaptica: il trasmettitore agisce a distanze inferiori al micrometro. Anche quando i neurotrasmettitori diffondono localmente per modificare le proprietà elettriche di diverse cellule vicine, essi agiscono per distanze comprese tra le decine e le centinaia di micrometri.
Nonostante questa chiara distinzione, una sostanza può agire da neurotrasmettitore in una regione dell’encefalo e da ormone in un’altra.