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Sviluppo del comportamento sociale nell’uomo


Nel corso della maturazione delle facoltà percettive, cognitive e del comportamento sociale, vi sono dei periodi critici durante i quali è importante che il bambino interagisca con un ambiente sano affinché si sviluppi in modo soddisfacente.
A Konrad Lorenz si devono gli studi su una forma di apprendimento definita imprinting: subito dopo la nascita, i piccoli di uccello sono attratti da una figura in movimento, normalmente la madre, con la quale stabiliscono particolari e duraturi legami di attaccamento. Le caratteristiche dell’imprinting includono il periodo critico, cioè i primi momenti di vita degli animali, la necessità di stimoli di rinforzo per l’acquisizione del comportamento, il breve tempo di esposizione necessario affinché il comportamento venga fissato e l’irreversibilità, cioè l’impossibilità di riorientare il modello di comportamento una volta che sia stato acquisito.
Nel bambino l’imprinting si struttura nella prima infanzia attraverso i comportamenti di accudimento che le figure genitoriali attuano nei suoi confronti. Sulla qualità dell’imprinting si definisce il tipo di legame di attaccamento che condiziona il suo sviluppo psicofisico.
La crescita, in condizioni di isolamento e di deprivazione conduce, spesso in modo irreversibile, al disadattamento sociale.
Le ricerche di Renè Spitz negli anni ’40 su bambini allevati in orfanotrofio dimostrarono che carenze di stimolazioni sensoriali e di interazioni sociali precoci con altri esseri umani determinavano inadeguato sviluppo. Le capacità motorie ed intellettive risultavano compromesse e in molti bambini era evidente la presenza di una sindrome che Spitz definì ospitalismo, oggi detta depressione analitica: nel secondo e terzo anno di vita questi bambini apparivano introversi, poco curiosi e poco attenti al mondo esterno, si ammalavano facilmente e presentavano gravi difficoltà nell’acquisizione delle capacità di linguaggio e di deambulazione.
Le ricerche di Harry Harlow su scimmie neonate allevate in isolamento, illustrarono gli effetti a breve e a lungo termine della deprivazione sociale. Gli animali erano poco attivi, non interagivano con le altre scimmie e non mostravano interessi sessuali. L’isolamento di animali più grandi non produceva gli stessi effetti negativi, mostrando l’importanza di un periodo critico: solo durante le prime fasi evolutive una deprivazione sociale e sensoriale ha gravi conseguenze sullo sviluppo successivo.

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