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La seconda fase di Ramon del Valle - Inclàn


Non potendo più cavare altro dalle Sonatas, Valle – Inclàn, che come tutti i grandi artisti aveva il terrore di ripetersi, tra il 1907 e il 1917 sperimentò sempre nuovi modi di approcciarsi alla letteratura. Il ciclo narrativo La guerra carlista rappresenta una importante svolta: la fuga decadente ha ora un concreto luogo di approdo nel tempo e nello spazio: la società carlista, nella sua doppia conformazione, storica (palazzi, conventi, bande armate) e ideologica, che sostenne per lungo tempo la resistenza sanfedista, contadina e aristocratica contro la politica liberale e borghese di Madrid. Il protagonista è Juan Manuel de Montenegro, violento signore feudale con impeti da cavaliere errante.
Questi romanzi sono scritti in terza persona, costruiti come l’epopea sulla base di valori comuni all’eroe e al mondo. Valle – Inclàn cerca qui di interpretare i fatti e di giudicarli, rivelando un netto distacco dall’atteggiamento estetizzante della prima fase. Siamo sempre nella Galizia rurale, e sempre qui si svolgono le Comedias bàrbaras, una trilogia tragica intorno a Montenegro ed ai suoi figli, tra servi umili e sottomessi, e sataniche relazioni amorose. Qui la realtà è profondamente deformata, come sarà poi nelle sue opere successive.
Del 1919 è Divinas palabras, tra adulterio, incesto, crudeltà, sfruttamento, superstizione, passioni elementari e violente in un colorito ambiente contadino.

Tratto da LETTERATURA SPAGNOLA di Gherardo Fabretti
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