Le forme musicali strumentali del '600
Il ricercare è l’antenato della fuga.
Parliamo poi di un’altra forma strumentale importante: la canzone o canzone da sonar. Stessa struttura del ricercare ma carattere diverso. Non era infatti legata alla polifonia sacra ma al profano genere della chanson francese.
Parliamo ora delle architetture derivate dalla danza. Gli originari schemi di musica per danza, finiscono per perdere la loro originaria funzione pratica, finendo per diventare schemi di musica per danza non danzata.
Ecco allora il genere della suite. la suite (in francese successione) è un insieme di brani, strumentali o orchestrali, correlati e pensati per essere suonati in sequenza. I pezzi che compongono una suite vengono chiamati tempi (o movimenti) e nella musica barocca sono tutti nella stessa tonalità. I movimenti obbligatori che compongono la suite sono, in ordine: allemanda, corrente, sarabanda e giga. È presente quindi una alternanza tra tempi moderati o lenti (allemanda, sarabanda) e tempi mossi o rapidi (corrente, giga).
Altra forma importante derivata dalla musica per danza è la variazione. La variazione si realizza impiegando in maniera strutturale le variazioni, o un tema e variazioni, dove un tema viene ripetuto in forma modificata o accompagnato in modo diverso. Ne distinguiamo una “ornamentale”, che presenta più volte la stessa melodia, conservandone la riconoscibilità, ma alterandola con figurazioni rapide di carattere virtuosistico, e una “ostinata”, che consisteva nel ripetere più volte un frammento melodico mantenendolo rigorosamente intatto, ma cambiando ogni volta la struttura ed il carattere delle altre voci che l’accompagnavano.
Abbiamo poi il genere della toccata, più lontano da ispirazioni derivate da polifonia e danza, e maggiormente legato all’uso dello strumento puro. La toccata è una forma musicale, inizialmente applicata al liuto e in seguito agli strumenti a tastiera — in particolar modo all'organo —, che aveva la funzione di breve introduzione. Il termine significa proprio toccare lo strumento e consiste perlopiù in ripetute scale e arpeggi ascendenti e discendenti con variazioni.
Concludendo, le forme strumentali protoseicentesche sono “fluide”, magmatiche, e non sempre definibili chiaramente. Da questo punto di vista è emblematica la figura di Girolamo Frescobaldi. Nelle sue opere per organo e cembalo, i termini fantasie, ricercari, canzoni, capricci, variazioni, toccate, sono tutti generi trattati ampiamente dalla tradizione cinquecentesca, ma adesso permeati di una nuova inquietudine semantica a cui non era abituata. Spesso questi generi finiscono per mischiarsi e sovrapporsi, perdendo i loro confini distintivi e assumendo spesso significanti sinonimici. Solo più in là col tempo, verso la metà del ‘600, si troverà una tassonomia più ordinata e compatta.
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Dettagli appunto:
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Autore:
Gherardo Fabretti
[Visita la sua tesi: "Le geometrie irrequiete di Fleur Jaeggy"]
[Visita la sua tesi: "Profezie inascoltate: il "Golia" di Giuseppe Antonio Borgese"]
- Esame: Storia della musica
- Docente: Salvatore Enrico Failla
- Titolo del libro: Storia della musica
- Autore del libro: Barone - Fubini - Petazzi - Santi - Vinay -
- Editore: Einaudi
- Anno pubblicazione: 2005
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