L'illusione referenziale della letteratura
L'illusione referenziale della letteratura
La teoria letteraria dipende dalla lingustica saussuriana, e la linguistica saussuriana dice che la lingua è forma e non sostanza. Se quindi la lingua non è sostanza, non può copiare il reale. Come, allora, la letteratura ci fa credere di copiare il reale?
Barthes in S/Z afferma che il testo non è eseguibile come un programma o un copione, vale a dire che non se ne possono seguire alla lettera le istruzioni; questo basta a respingere qualsiasi ipotesi di referenzialità sul rapporto tra letteratura e mondo, tra linguaggio e mondo. Il referente è il prodotto della SEMIOSIS (cioè della narrazione, contrapposto a mimesis che è la descrizione), non un dato preesistente. La relazione linguistica primaria non mette più in relazione il nome e la cosa, o il segno e il referente, il testo e il mondo, MA un segno e un altro segno, un testo e un altro testo.
L'illusione referenziale si basa sulla manipolazione di segni, in maniera tale da occultare l'arbitrarietà del codice, da negare che il realismo del testo sia frutto di una convenzione, facendo credere alla naturalizzazione del testo.
Il problema del rapporto tra letteratura e realtà viene dunque ormai formulato nei termini della ILLUSIONE REFERENZIALE o, con le parole fortunate di Barthes, in quelle dell'EFFETTO DI REALE. Lo stesso Barthes continua dicendo che l'unico modo in cui si può accettrare di porre il problema dei rapporti tra letteratura e realtà, è in quello della verosimiglianza, considerata una convenzione, un codice condiviso da autore e lettore.
Per comprendere questa affermazione, dice, basta pensare al locus amoenus della retorica antica nei racconti di coloro che nel Rinascimento viaggiarono in America e in Oriente. Ad essere descritto non è il reale vero, ma sempre un testo costituito da clichè e stereotipi.
La referenza viene così rinviata all'intertestualità, poiché il codice è una prospettiva di citazioni. La referenza, non la realta, e quello che si chiama reale è solo un codice. La MIMESIS non ha più solo lo scopo di produrre un illusione del mondo reale, ma una illusione del discorso vero sul mondo reale. Il realismo è quindi una illusione generata dall'intertestualità.
Barthes rivela una seconda generazione della teoria letteraria. La prima era tutta volta al testo, nella sua immanenza, nel suo faccia a faccia con il linguaggio. La seconda si presenta nei panni della intertestualità, un modo per aprire il testo non sul mondo ma sui libri, sulla biblioteca. Siamo passati dallo strutturalismo al post strutturalismo.
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Dettagli appunto:
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Autore:
Gherardo Fabretti
[Visita la sua tesi: "Le geometrie irrequiete di Fleur Jaeggy"]
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- Università: Università degli Studi di Catania
- Facoltà: Lettere e Filosofia
- Esame: Teoria della letteratura
- Docente: Prof.ssa Rosalba Galvagno
- Titolo del libro: Il demone della teoria
- Autore del libro: Antoine Compagnon
- Editore: Einaudi
- Anno pubblicazione: 2000
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