La triade marziana

La triade marziana è rappresentata da The War of the Words di Wells, Martian Chronichles di Bradbury, The Martian Timeslip di Dick. The War of the Words è il modello della paura dell'altro, le intenzioni dell'alieno sono distruttive. Non c'è posto per entrambi, poichè il divario tecnologico è a loro favore. La guerra dei mondi è un titolo significativo anche applicandolo alla attualità, al preteso scontro di civiltà, e non sorprende la ripresa cinematografica dopo l'11 settembre.

Martian Chronicles (1950, Cronache marziane) di Bradbury presenta addirittura una distopia doppia, la morte di due mondi. Prima finisce la civiltà marziana, a opera dei germi contagiosi portati dall'uomo. Restano le loro tracce, si scopre che forse la loro cultura era migliore della nostra. Martian Chronicles designa, in tal senso, l'ennesimo incontro mancato con l'altro.

La Terra esplode a causa della guerra totale, e i coloni ripartono per aiutare le famiglie. Marte si spopola a eccezione di Walter Gripp, che si rifiuta di partire. Bradbury porta lÏ un'ultima famiglia di sopravvissuti e scrive una lezione anti-identitaria. I ragazzi, arrivati, vogliono vedere i marziani: "I marziani erano là" ovvero, l'identità non la si ha, ma la si assume. Tutto il testo è attraverso dalla esigenza di farsi carico di ciò che è andato perduto, una sorta di consegna del passato cancellato.

In The Martian TimeSlip (1964, Noi marziani) di Dick, anche qui i terrestri colonizzano Marte. Gli autoctioni, i Bleekman, sopravvivono a stento. Ma insieme ai Terrestri è arriva la distopia: la tecnologia perde colpi, e le difficoltà ambientali sono numerose. Manfred Steiner è un ragazzo autistico immerso nel futuro. Durante una guerra d'affari per la speculazione edilizia, Manfred vede già cadenti edifici non ancora costruiti e, con orrore, un futuro dove è un ricoverato ultracentenario.