Gli elementi contraddittori di De Roberto

De Roberto si accorgeva di utilizzare strumenti obsoleti e in sostanza contraddittori? Questo tentativo di fare di una vicenda sentimentale chiusa  secondo gli schemi del romanzo psicologico (Raeli idealista e sentimentale, intellettuale impotente e velleitario, si uccide vedendo infrangersi repentinamente l'idolo d'amore creduto incontaminato) una vicenda sentimentale aperta secondo una dialettica di psicologia sperimentale, l'aggressione erotica e la sua regressione (Raeli si uccide per il rimorso di avere stuprato la donna amata, caduta anche in catalessi), richiamando i termini di una polemica di carattere contenutistico, risuscitata attraverso la contrapposizione di due versioni del capitolo finale date parallelamente in alternativa, se per un verso dava l'apparente sensazione di una novità narrativa attuale, dall'altro verso faceva rientrare con la sua doppia verità il romanzo nella casistica più consunta del romanzo psicologico, che lo stesso De Roberto era venuto sperimentando in tempi lontani e ne confermava apertamente la datazione storica.
Questo tentativo di ammodernamento era affidato alla testimonianza, quali interlocutori veri o presunti, dei recensori del primo Raeli, da Enrico Panzacchi a  Ferdinando Di Giorgi, i cui pareri contrapposti – a favore o contro – erano perfettamente equilibrati.
Ma la sfasatura temporale era evidente: nel 1923 alcuni di essi non c'erano più, e altri avevano obliato quell'opera; nel frattempo itinerari nuovi erano stati tracciati e altri ancora venivano largamente sperimentati nello svolgimento della nostra storia letteraria.
Inolte, allegare nel contempo un canzoniere d'amore della più trita ed estenuata ispirazione decadente, in cui l'esito artistico più alto era quello derivato dallo spleen di derivazione baudelairiana, e ascriverlo ad un presunto stupratore – seppure pentito – conferisce al romanzo una incoerenza narrativa palese. Le due appendici, insomma, soprattutto la prima, restano appunto appendici, corpi aggiunti e separati, estranei in ogni modo al nucleo originario del romanzo.