Diplomazia a porte chiuse
Diplomazia a porte chiuse
Si riferisce al metodo di limitare l’accesso dei media ai soli aspetti più “tecnici” dei negoziati, escludendoli da quelli più sostanziali ⇒ i media e il pubblico conoscono il quando, il dove e il chi partecipa, ma conoscono quasi nulla su come procedono i negoziati.
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In questo modo, i partecipanti sono isolati dalle rispettive opinioni pubbliche e dalle pressioni che ne conseguirebbero, almeno finché durano i negoziati.
Generalmente, gli attori scelgono questo modello quando un mediatore e le parti di un conflitto decidono di cercare una soluzione pacifica, dopo essersi incontrati per negoziare in precedenza, ma senza aver raggiunto alcun accordo ⇒ il mediatore ritiene possibile un accordo se le parti non sono sotto la pressione di media ed opinione pubblica.
La copertura mediatica dei negoziati a porte chiuse è dunque limitata e assai problematica ⇒ in assenza di “hard news”, gran parte della copertura va a toccare storie ed aspetti di secondo piano.
Dal punto di vista del pubblico, possiamo dire che l’atteggiamento nei confronti di questo modello dipende prevalentemente dal grado di fiducia verso i propri rappresentanti.
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La diplomazia a porte chiuse riflette sia il fallimento degli officials nel condurre i negoziati in totale segretezza, sia un cambiamento professionale del giornalismo. Tuttavia, questo modello sembra accontentare le necessità minime di ciascuna parte.
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