Skip to content

Processo spirituale per gli orientali



Tutto il processo spirituale per gli orientali non è un uscire da sé: gli stati estatico-visionari sono ammessi solo nei primi tempi della vita mistica, e comunque non sono raccomandati ai principianti. Ecco perchè troviamo giudizi anche severi verso le forme mistiche d'occidente. Diadoro di Fotica dice che l’anima nel suo percorso spirituale conosce prima una gioia ancora sottomessa alla phantasia, una seconda non mescolata a essa.  C’è comunque avversione per metodi che usano l’immaginazione come quelli di Ignazio di Loyola. La methodos esicasta esorta di continuo al ritorno in sé, e spiega però che la preghiera di Gesù non va usata come un talismano magico, si prendono le distanze da onomatolatri=credono nella coabitazione di un demone nell' anima umana, serve solo la preghiera – e messaliani.  La preghiera comunque non vuole ipnotizzare, ma sollecitare la veglia e la presenza. Il nome invocato ha una potenza intrinseca. Esso rende simbolicamente presente a se stessi, e con lo sforzo incessante della preghiera l’uomo potrà essere condotto al centro del suo essere, facendo passare la preghiera dalla mente nel cuore, infine rendendo l’uomo capace di farsi preghiera vivente. La preghiera pura rappresenta il punto d’arrivo delle tecniche di orazione. Secondo la methodos di Pseudo Simeone, è il 4° grado di una scala legata alle età della vita spirituale. Quello della preghiera pura verrà poi inteso non come un atto, ma come uno stato, una condizione ontologica, quindi permanente (mentre le altre erano esistenziali=mutevoli).

Tratto da ASCESI ESICASTA di Dario Gemini
Valuta questi appunti:

Continua a leggere:

Dettagli appunto:

Altri appunti correlati:

Per approfondire questo argomento, consulta le Tesi:

Puoi scaricare gratuitamente questo riassunto in versione integrale.