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Fasi del colloquio


Fase iniziale o preliminare: lo scopo è di introdurre il soggetto e l’esaminatore alle finalità del colloquio, 3 scopi specifici: Il riconoscimento, ovvero la chiarificazione ed esplicitazione dei ruoli di conduttore e soggetto.
Una presentazione reciproca è parte integrante di questa fase e il conduttore dovrà presentarsi nel suo ruolo professionale e nel ruolo che assume nei riguardi del colloquio e della funzione che propone.
La presentazione e il riconoscimento sono importanti perché favoriscono la definizione di contesto del colloquio. 

Esplicitazione della motivazione e dello scopo: con l’obiettivo di ottenere la collaborazione e partecipazione attiva è importante che al soggetto vengano spiegate le finalità del colloquio, ma non fino a quando non si creata una certa atmosfera e conoscenza reciproca sufficiente. Accordo iniziale tra i partecipanti: si deve giungere ad un accordo tra i partecipanti sull’obiettivo comune da raggiungere. Infine, un problema che può presentarsi è l’uso del lei o del tu nei confronti di certi soggetti, per quanto riguarda l’adolescente sarà meglio chiedere a lui cosa preferisce.

Fase centrale: si toccheranno i temi e problemi che costituiscono l’oggetto del colloquio, in cui possono presentarsi momenti di ansia, ma starà allo psicologo accettarla, condividerla ma non farla debordare in modo eccessivo portando il soggetto poi a non poterla contenere.

Fase finale: riguarda l’insieme delle modalità usate per terminare il colloquio. 
La conclusione è parte integrante ed è importante l’aspetto della restituzione: al soggetto va restituito almeno quanto ha dato. Si tratta di cogliere un qualche aspetto di ciò che il soggetto ha raccontato che consenta di riprendere le problematiche che sono state l’oggetto della segnalazione, che gli mostri che è stato ascoltato attentamente e gli indichi un progetto. 
La fase di progettazione è parte integrante della conclusione in cui si prefiggono dei progetti da realizzare insieme con il paziente (nel colloquio diagnostico). 
Nel caso del paziente autosegnalatosi si tratta di fare con lui un bilancio e di valutare la possibile risposta alla sua domanda.



Tratto da IL COLLOQUIO COME STRUMENTO PSICOLOGICO di Carla Callioni
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