Domanda e setting
La consulenza richiesta allo psicologo ha come oggetto la valutazione della struttura della personalità. Ad esempio nella richiesta di valutare un danno biologico di tipo psichico la psicodiagnosi dovrà fornire un quadro esaustivo del rapporto tra personalità del soggetto-evento dannoso/traumatico- danno psichico. Se invece vi è una richiesta di valutazione della competenza genitoriale accanto ad una valutazione della personalità del soggetto ci sarà anche una valutazione delle competenze relazionali allargate e quindi sarà necessario un procedimento di osservazione delle dinamiche familiari.
Qui con intervento si intende la dinamica di utilizzazione di una tecnica in funzione di uno scopo professionale definito in ragione della domanda motivante l’azione del professionista. L’esito della competenza metodologica è la costruzione/gestione di un ambiente (setting) coerente con le esigenze di stabilità della tecnica, dunque il colloquio tenuto nello studio con il cliente da valutare, la somministrazione di test saranno parte dell’intervento che si colloca in un processo più ampio di dialogo tra professionisti e paradigmi teorici differenti.
Il contesto giuridico-giudiziario che gli psicologi incontrano è caratterizzato da ruoli definiti, poteri decisionali forti, vincoli e limiti complessi. L’intervento dello psicologo in questo contesto è funzione di una serie di variabili di committenza, di setting e mandato sociale. L’utilizzo degli strumenti propri della competenza psicologo clinica messi in relazione con il diritto fornisce una nuova e più completa chiave di lettura dei fenomeni giuridici e lo psicologo clinico in qualità di consulente tecnico deve esaltare la propria specificità contestualizzandola al sistema giuridico in cui attua il proprio intervento. Quindi una competenza imprescindibile è la conoscenza delle leggi, poiché ci aiuta a definire il contesto di riferimento entro il quale analizzare la relazione individuo contesto.
Infine, in questo tipo di interventi il setting è molto instabile, lo psicologo deve avere un occhio ai set che sui sviluppano fuori dalle stanze d’analisi e saper sviluppare domande, saper strutturare setting psicologico-clinici. Non bisogna giudicare ma dare un parere, da esperti, su quanto/come le persone siano in relazione con il fatto, che solo la legge e il giudice reputano ingiusto. In quanto psicologi bisogna preoccuparsi di analizzare i contesti e le domande che vengono poste, di sviluppare relazioni deontologicamente e professionalmente incentrate sulla comprensione e lo sviluppo del sistema con cui dialoghiamo.
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Dettagli appunto:
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Autore:
Carla Callioni
[Visita la sua tesi: "Vita di uno stupratore tra abusi e rieducazione"]
- Università: Università degli Studi di Bergamo
- Facoltà: Scienze della Formazione
- Corso: Scienze dell'Educazione
- Esame: Teoria e tecnica del colloquio e dell'intervista
- Titolo del libro: Colloquio magistrale. La narrazione generativa
- Autore del libro: Montesarchio G., Venuleo C.
- Editore: Franco Angeli
- Anno pubblicazione: 2009
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