La società come immagine dell'educazione
La società come immagine dell'educazione
PER UNA SOCIETÀ A IMMAGINE DELL'EDUCAZIONE PERMANENTE. Dalla lettura critica delle esperienze di educazione permanente, legate alla politica extrascolastica dei diversi contesti nazionali europei, emerge l'esigenza di abbandonare quel modello della cultura europea nel quale le masse non riescono più ad identificarsi e che dà luogo alle note situazioni di sovraffollamento delle scuole superiori e delle università, della sovrabbondanza di titoli di studio, alla sfiducia verso un mondo del lavoro che non c'è. È chiaro, quindi, che il modello culturale europeo è sovrastato dall'esigenza di una nuova educazione che deve però presupporre la rinuncia a ciò che è stato.
Le nazioni europee sono convinte che solo una società democratica può garantire l'espressione più completa della persona umana e che in questo senso l'educazione è apprendere a vivere in un sistema sociale pluralistico e a costruire una propria personalità. Ciò deve però tradursi in una adeguata politica educativa alla cui attuazione il Consiglio d'Europa deve offrire il proprio insostituibile contributo. La politica culturale ed educativa va orientata all'attuazione di una reale democrazia culturale che incoraggi le aspirazioni culturali del popolo stesso perché queste raggiungano piena capacità di espressione. Da ciò emerge la necessità di avere del personale educativo pedagogicamente qualificato e la necessità di garantire opportunità socio culturali varie e assortite e infrastrutture adatte all'uopo.
L'educazione degli adulti si colloca in un'ottica nuova perché dall'idea dell'uomo prodotto della sua società si è giunti all'idea dell'uomo produttore della sua società e questo cambiamento ha portato a due fondamentali conseguenze nel settore dell'EdA. Ad un livello di programmazione, le decisioni concernenti il sistema educativo devono essere non più prerogative di specialisti ma dei diretti interessati; ad un livello didattico, deve farsi avanti la prospettiva di un'educazione globale.
Il Consiglio d'Europa negli anni Ottanta sviluppa il Progetto n°9, Educazione degli adulti e sviluppo sociale, che si propone di definire il contributo dell'EdA come fattore di novità dal punto di vista economico, sociale e culturale nello sviluppo locale e regionale. In questa prospettiva l'EdA individua come compiti propri:
- il cominciare dai bisogni specifici delle persone
- l'aiutare a risolvere i problemi
- il tenere conto di tutti i fattori per la risoluzione dei problemi
- l'affrontare questi problemi nel contesto in cui si presentano
- il creare delle situazioni in cui gli adulti possano mettersi alla prova
- lo sviluppare una funzione critica dell'educazione
Una svolta decisiva per l'EdA è stata nel 1979 con il Symposium di Siena che ha indicato le linee guida per la stesura e la realizzazione del Progetto n°9. Il tutto nella speranza di fondare una società mondiale veramente educata alla cittadinanza democratica.
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Dettagli appunto:
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Autore:
Gherardo Fabretti
[Visita la sua tesi: "Le geometrie irrequiete di Fleur Jaeggy"]
[Visita la sua tesi: "Profezie inascoltate: il "Golia" di Giuseppe Antonio Borgese"]
- Università: Università degli Studi di Catania
- Facoltà: Lettere e Filosofia
- Esame: Storia della pedagogia
- Docente: Prof.ssa Antonia Criscenti
- Titolo del libro: La storiografia dell'educazione
- Autore del libro: Luciana Bellatalla - Paolo Russo
- Editore: Franco Angeli
- Anno pubblicazione: 2005
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