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"Fine del mondo" di De Martino



Gli appunti di De Martino pubblicati ne la "fine del mondo" (77) rivelano che il ruolo di magia e religione dovrà esser sostituito da una concezione integralmente umana e mondana. In proposito formula l'"ethos del trascendimento", ethos inteso non come una delle 4 categorie crociane, ma che ha un valore di "fare cultura" ponendosi tra il "vitale" e l'"utile" divenendo la categoria fondatrice del categorizzare. Esso indica l'impulso morale che spinge l'uomo a oltrepassare la finitezza del vivere solitario e bisognoso, e andare verso l'intersoggettivo e il comunicabile, ossia il fare storia. Ma con tale invenzione De Martino storicizza anche il sistema delle categorie. Postulare un ethos del trascendimento comporta infatti una rinuncia alla metafisica (storicizzare le categorie = eliminare la metafisica). E il principio che giustifica l'etnologia storicistica, ossia la scienza dei fenomeni culturali. In questo modo l'occidente va ripensato. In tale prospettiva anche il sistema crociano va assunto come progetto da realizzare oltre i limiti stessi di croce.

Tratto da STORIA DELLE RELIGIONI di Dario Gemini
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