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Crititica di Dumezil alla teoria numen - mana



Critica di Dumezil alla teoria numen - mana e ad ogni teoria evoluzionistica sulla religione romana si fonda su 2 dati: 1) presso gli indoeuropei preesiste un concetto di Dio come essere individuale e personale: quindi perchè i romani avrebbero dovuto regredire? 2) l'esistenza della triade arcaica I-m-q storicamente parallela alla triade I-m-Vofionus è strutturata in base a un'articolazione funzionale (sovranità-forza guerriera-fecondità) indicherebbe ab origine il livello politeistico della triade. Iuppiter è dall'inizio connesso col cielo, ma ha connotazione politica, essendo sovrano. Comunque in vari punti brelich e dumezil concordano: sul fatto che le idus esprimono il primato di iuppiter (come dio dei summa), Sull'idea che la triade arcaica sia il nucleo base del politeismo romano, ma divergono nell'idea di svolgimento nella formaz di iuppiter. Brelich privilegia processi evolutivi partendo da un grado zero primitivo. Dumezil privilegia la struttura, relativa a un'heritage indoeuropeo. Quindi Brelich vedrà l'isolamento del flamen dialis come riflesso della posizione del dio cielo, Dumezil sostiene invece l'integrazione del dialis nella struttura tripartita dei flamini maggiori come riflesso della triade arcaica. Dumezil poi definisce la triade capitolina come un'arma ideologica usata dai Tarquinii, che avrebebro risposto agli etruschi nazionalizzando la triade, e facendo apparire iuppiter come gran dio, però con un problema: egli diveniva anche modello e garante di ciò che si andava ad abolire, il regnum. Ma qui il presupposto di Dumezil è l'idea che tutto ciò che vi è di autentico nei sistemi di rappresentazione dei romani proviene da un retaggio indoeuropeo e quanto deriva da greci ed etruschi sia sovrastrutturale. Comunque il primato di giove era già presente ai tarquinii. Il Giove dei tarquinii, più che sostituire il dio sovrano arcaico, riassorbe in sè e trascende le funzioni dell'antica teologia (optimus, destinatario di trionfi militari, maximus). In tale quadro Iuno e Minerva non son viste come limitatrici ma lo assecondano. Abbiam visto che la via della comparazione morfologica sull'essere supremo ci ha dato sufficienti connotati di identità. Ma è fuorviante dove vuole individuare l'inizio di ogni sviluppo in una protostoria in cui primordiale coincide con primitivo. Resta valida invece l'idea di indagare sullo svolgimento di una singola divinità, senza trascurare le sue relazioni con la struttura politetistica e le stratificazione culturale da cui dipende la sua formazione. Nel caso di Iuppiter, lo strato indoeuropeo e gli apporti della koinè, dell'annalistica ecc a partire dalle espressioni pre-capitoline del dio fino a quelle capitoline...

Tratto da STORIA DELLE RELIGIONI di Dario Gemini
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