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La Russia

Nei 45 anni successivi alla fine della Seconda guerra mondiale, la carta dell’Europa orientale rimase assolutamente immutata. In realtà, tutta la parte centro-orientale del continente europeo era molto precaria e instabile, anche se questa instabilità era nascosta dal forte controllo politico-militare esercitato sull’intera zona dall’Unione Sovietica. Quando giunse a maturazione la crisi economica, sociale, politica che già corrodeva da tempo l’URSS, i problemi che quel controllo aveva nascosto si mostrarono in tutta la loro gravità.

si vide la debolezza politica ed economica di quasi tutti i paesi dell’Est europeo e della stessa Unione Sovietica
si vide che molti dei confini fra stati o fra regioni interne erano tali da presentare problemi antichi o nuovi: popolazioni divise fra territori diversi o più popolazioni che convivono nello stesso territorio rinnovarsi dei sentimenti nazionali, della coscienza di appartenere e una comunità etnica, linguistica e culturale.
Dalla fine del 1991 l’URSS non esiste più: tutte le repubbliche che la componevano hanno proclamato la loro indipendenza. 3 di esse (Russia, Ucraina, Bielorussia) si sono unite nella Comunità di Stati Indipendenti (CSI); vi hanno poi aderito altre 9 repubbliche, mentre non vi hanno aderito le 3 repubbliche baltiche.
Dispute relative alle frontiere o provocate da contrasti fra diversi gruppi etnici sono presenti in molte repubbliche. All’interno della stessa Russia esistono tendenze centrifughe da parte delle repubbliche e dei territori autonomi popolati da minoranze.
ES: tensioni indipendentiste si sono già manifestate fra i Ceceni e altre popolazioni del Caucaso; persino nella gigantesca Siberia si cominciano ad avanzare rivendicazioni e a parlare di una repubblica federale siberiana.
Mentre l’URSS era un organismo caratterizzato da un forte potere centrale, nella CSI prevale l’autonomia dei diversi stati che la compongono: non c’è un parlamento comune né ministeri centrali, non c’è una capitale, anche se Minsk (capitale della Bielorussia) è stata scelta come luogo ufficiale di soggiorno degli organi di coordinamento.
Particolarmente gravi sono i problemi relativi alla Difesa, perché ognuna delle repubbliche vuole avere proprie forze armate e non accetta l’esistenza di un esercito della CSI. Un elemento assai preoccupante dell’eredità dell’URSS è quello rappresentato dall’ armamento nucleare: le atomiche ex-sovietiche si trovano per la maggior parte in Russia, ma sono numerose anche in Ucraina (in grado di produrre nuove atomiche) e in Kazakistan (vi sono installati alcuni degli ordigni più moderni). Non sono pochi gli elementi di preoccupazione:
1. i pericoli si moltiplicano con l’aumento del numero degli stati che possiedono bombe atomiche e che sono quindi in grado di usarle
2. molti timori nascono anche dalla considerazione che il Kazakistan ha una popolazione in larga maggioranza musulmana: alcuni esperti di politica estera temono che questa repubblica possa, in futuro, cedere alle pressioni dei paesi musulmani vicini, fino ad offrire loro collaborazione nel settore degli armamenti nucleari

Fino al 1991 l’URSS era il più vasto stato del mondo e la seconda superpotenza mondiale. Oggi non esiste più; tuttavia, il maggiore fra i suoi eredi, la Russia, è ancora oggi il più esteso tra gli stati del mondo e, benché si dibatta in gravi difficoltà economiche e contrasti politici, essa esercita tuttora un ruolo importante nella politica mondiale. Diversi interventi armati, motivati ufficialmente dalla necessità di difendere l’unità della Federazione russa (Cecenia), dalla volontà di interporsi tra i contendenti (Georgia) o da quella di proteggere i molti residenti russi rimasti in altre repubbliche (Tagikistan), hanno in realtà confermato l’aspirazione della Russia a riprendere gradualmente un ruolo di grande potenza.
La crisi economica, aggravata dalle difficoltà del passaggio da un’economia statalista e socialista a un’economia di libero mercato, non si è però arrestata. E sull’onda della crisi economica e dello scontento popolare, si registra in più paesi un declino elettorale delle forze democratiche e una crescita dei movimenti di estrema destra e dei rinati partiti comunisti. Ci sono anche preoccupanti segnali di una ripresa, in Russia, dell’antico antisemitismo, con violenze e attentati.
L’insieme di queste incertezze e di questi motivi di inquietudine non deve far dimenticare gli aspetti positivi che pure sono presenti nelle vicende dell’ex-Unione Sovietica:
l’uscita da una dittatura totalitaria e la riacquisizione della libertà di pensare, di parlare, di professare una fede e di partecipare alla costruzione del proprio futuro
la fine della Guerra Fredda e della contrapposizione frontale di 2 blocchi di stati armati e nemici
la conseguente riduzione del rischio di una guerra nucleare

La regione occupata dalle 15 repubbliche è sconfinata, caratterizzata da una grande varietà di condizioni naturali e climatiche: un sesto della superficie terrestre, che si distende su 2 continenti, coprendo la metà di quello europeo e un terzo di quello asiatico.
1. la parte europea copre una superficie di 5 milioni di km2 e racchiude una popolazione equivalente al 70% del totale degli abitanti
2. la parte asiatica, assai più estesa e meno popolata, contiene le maggiori ricchezze naturali e minerarie.
Questo squilibrio nella distribuzione della popolazione e delle risorse ha origine nelle condizioni climatiche e ambientali, che sono più favorevoli nella zona occidentale e divengono sempre più difficili man mano che ci si sposta verso Oriente.
Su questo vasto spazio vivono più di 100 etnie o nazionalità e ognuna parla la propria lingua e conserva proprie tradizioni, religioni e credenze. Di queste, tuttavia, solo poche sono numericamente importanti:
ceppo slavo: composto da russi, ucraini e bielorussi e abita la zona europea storica del paese
ceppo di origine turca: abita l’Asia centrale e alcune regioni della Russia
ceppo delle popolazioni caucasiche, di origine indo-iraniana.
Conseguenza del suo carattere plurinazionale era il carattere federale dell’URSS: ogni nazionalità e gruppo etnico conservava una certa autonomia amministrativa e culturale, ma entro i limiti molto ristretti derivanti dal carattere fortemente centralizzato delle istituzioni politiche sovietiche. Tuttavia, la nazionalità russa esercitava un’egemonia sulle altre popolazioni → fenomeno della russificazione

Tratto da GEOGRAFIA POLITICA ED ECONOMICA di Elisa Bertacin
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