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La fine dell’impero cinese

Il primo decennio del Novecento, l’ultimo di vita del Celeste Impero, vide la tensione crescere bruscamente in tutti i territori imperiali. Con la firma del Protocollo del 1901 (a seguito del fallimento della rivolta dei boxer), la penetrazione economica straniera in Cina aveva infatti compiuto un vero e proprio salto di qualità di cui ora è necessario parlare più approfonditamente. Oltre al fatto gravissimo, del controllo sull’intero sistema finanziario cinese, da parte di due consorzi bancari europei di cui avevamo già dato menzione, il Protocollo segnò praticamente la trasformazione della Cina in una semicolonia, facendo così cadere anche le ultime paure degli investitori stranieri: gli investimenti esteri aumentarono dai 788 milioni di dollari del 1902, ai 1.610 del 1914. Il sistema ferroviario e quello della navigazione a vapore erano monopolio straniero, così come il controllo delle miniere principali; uomini di fiducia erano stati insediati in molte delle posizioni chiave della burocrazia e il paese si muoveva ormai sulle direzioni utili al capitalismo straniero più che ai reali bisogni della popolazione. Basti pensare che mentre le merci cinesi erano gravate dalla tassa sul consumo, quelle straniere non ne erano soggette: e non essendo neppure rincarate dai dazi doganali risultavano favorite rispetto ai prodotti nazionali. Una concorrenza sleale al contrario quindi, che dimostra quanto ormai l’amministrazione imperiale fosse costretta a servire gli interessi esteri. Questa situazione, anche tendo conto dei fenomeni positivi che il colonialismo ha sempre comportato alle economie preindustriali (sviluppo di una industria nazionale perlomeno nei ristretti spazi lasciati sguarniti dal capitalismo straniero; arricchimento di alcune fasce della popolazione legate agli interessi stranieri, come intermediari, distributori, grossisti, commercianti, mediatori, ecc.), rimaneva comunque estremamente svantaggiosa per il sistema economico cinese, e contribuisce a spiegare -più che il motivo per il quale cadde la dinastia (il cui destino era già da tempo segnato)- la difficile situazione in cui sprofondò il paese dopo la fine dell’Impero. 


Tratto da STORIA DELLA CINA di Lorenzo Possamai
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