Il regno di Xuanzong
Il regno di Xuanzong
Il ritorno al trono di Zhongzong nel 705 segnò l’inizio di un breve periodo di inabilità, causato dalla natura imbelle dello stesso imperatore, il quale si dimostrò del tutto succube al volere della consorte, l’imperatrice Wei, la quale si dimostrò spregiudicata nel favorire presso la corte il suo amante, Wu Sansi (un nipote della defunta Wu Zhao), e i membri della sua famiglia. Nel 710 l’imperatore Zhongzong morì, probabilmente avvelenato dalla stessa imperatrice Wu, la quale cercò di imporre se stessa al trono replicando così quanto era riuscita a fare Wu Zhao. Ma il suo tentativo fu stroncato sul nascere grazie all’intervento della figlia di Wu Zhao, Taiping, e da Li Longji, figlio dell’ex imperatore Ruizong, fratello del defunto imperatore Zhongzong. Con un colpo di stato essi eleiminarono l’imperatrice vedova Wei e i suoi seguaci, ponendo al trono Ruizong. Due anni dopo Ruizong avrebbe abdicato in favore di Li Longji -passato alla storia col nome di Xuanzong- che avrebbe fatto presto giustiziare anche Taiping e i di lei seguaci, sospettati di tramare un nuovo golpe. Iniziava con Xuanzong (Li Longji) il più duraturo regno della dinastia Tang, esaltato dalla storiografia ufficiale per il suo primo periodo, almeno quanto è stato denigrato per la sua fase conclusiva.
La prima fase del regno è legata alle figure di due grandi consiglieri, Yao Chong e Song Jing, e vide il varo di impostanti riforme. Rivoluzionando in maniera abbastanza incisiva la precedente architettura istituzionale la Segreteria e la Cancelleria furono unite in un unico organo, che divenne responsabile delle formulazione della politica generale dell’Impero; esso era composto da un ristretto numero di grandi consiglieri, dei quali uno occupava una posizione predominate che potremmo chiarire con la carica di Primo ministro. Altre misure furono finalizzate alla ricomposizione della frattura che nei decenni si era prodotta fra il corpo di funzionari operante nella capitale e quello operante ai livelli locali. Il governo infine procedette alla rivisitazione del sistema legislativo dell’Im-pero. L’altro grande blocco di riforme varato in questi anni interessò il sistema fiscale, che registrava una continua diminuzione della popolazione oggetto di tassazione (evidentemente si trattava di evasione fiscale da parte dei latifondisti). Il problema rimase sostanzialmente insoluto ma furono perlomeno emanate una serie di misure volte a rendere più difficile per la grande proprietà gli inganni al fisco e una serie di rigorosi controlli ai monasteri buddisti portò alla confisca di molte terre che erano state acquistate illegalmente da questi. Un’altra misura gravida di effetti benefici fu la costruzione in ogni provincia di granai imperiali per la calmierazione dei prezzi e l’editto che impediva ai cosiddetti ‘granai di giustizia’ di fungere da strumenti per l’evasione fiscale.
Durante la prima fese del regno di Li Longji le frontiere imperiali godettero di una discreta tranquillità dovuta al fatto che tutte le potenze confinanti si trovarono scosse da crisi interne di varia natura. Così un attacco lanciato dai tibetani nel 714 venne completamente respinto, mentre i turchi e i barbari Quidan del nord-Est non riuscirono a produrre azioni militari rilevanti. D’altro canto la “pacificazione” delle frontiere derivò anche da un altro fattore, la riorganizzazione dell’intero sistema militare. Tale processo di ristrutturazione aveva avuto inizio ancor prima dell’ascesa al trono di Li Longji, ma sotto di lui esso venne ulteriormente ampliato ed approfondito. In passato la difesa delle frontiere era affidata a guarnigioni sotto il controllo dei funzionari locali e ogni qual’volta si verificava un attacco notevoli dimensioni era necessario mobilitare un esercito partendo dalle milizie. I ripetuti scontri che a partire dalla seconda metà del VII secolo avevano caratterizzato le lunghe frontiere avevano evidenziato i gravi problemi organizzativi e logistici di questo sistema. A partire dal 710-711 si era pertanto affermato il costume di nominare dei governatori militari permanenti, ai quali erano assegnate delle regioni lungo le frontiere, con il compito di organizzarvi le difese necessarie e di presiedere all’intero comando delle guarnigioni che vi erano stanziate. Inizialmente i governatori comandavano unicamente le forze armate e non le varie colonie militari insediate nei punti più sensibili, ma in seguito anche queste passarono sotto la loro giurisdizione. Col passare del tempo le mansioni di questi comandanti militari subirono un notevole ampliamento, che li portò a svolgere anche incarichi di carattere civile.
La cosiddetta seconda fase del regno Xuanzong ebbe inizio nel 720 quando uno dei due grandi consiglieri prima citati, Song Jing, lascò la vita politica. Gli anni seguenti videro infatti il veloce acuirsi si una contrapposizione in seno al governo fra i funzionari entrati nell’amministrazione attraverso gli esami e quelli entrati per diritto di nascita, provenienti il larga parte dall’aristocrazia del Nord-Ovest, che si riaffacciavano alla scena politica dopo la compressione della loro presenza sotto il regno dell’imperatrice Wu. Il conflitto comunque proseguì senza impedire la gestione degli affari di stato e senza che lo scontro degenerasse.
Un punto di svolta rispetto a questa situazione si verificò nel 736 quando l’aristocratico Liu Linfu, riuscì a sbarazzarsi di tutti gli avversari e ad impadronirsi del governo. Mentre l’imperatore appariva sempre meno attento al suo ruolo di supremo arbitro, Liu Linfu stabiliva un dominio incontrastato a corte, dominio che proseguì praticamente fino al 752, anno della sua morte. Con l’ascesa di Liu Linfu ha inizio la terza fase, quella più criticata dalla storiografia ufficiale.
Intanto erano arrivati a maturazione gli effetti della riforma dei governatori militari; essi consistevano sostanzialmente in due fatti, rivoluzionari rispetto al periodo precedente: la quasi totalità delle truppe dell’esercito imperiale non era più concentrata nella capitale, ma stanziata presso le frontiere al comando nella maggior parte dei casi di generali non cinesi, e, due: l’esercito era divenuto professionale: con la costituzione di presidi militari permanenti infatti, quella del soldato era diventata un professione a tempo pieno e un apposito editto imperiale del 737 garantiva a chiunque ne facesse richiesta un posto fisso nell’esercito.
Gli ultimi anni del regime di Liu Linfu furono caratterizzati dai contrasti fra le fazioni aristocratiche, resi ancora più pericolosi dal fatto che a tali contrasti cominciavano ora a prendere parte anche i governatori militari. Il pericolo insito in questo fatto, inedito durante il regno di dinastie imperiali, tentò di essere arginato da Liu Linfu impedendo ai funzionari di rango più elevato di ricoprire il ruolo di governatori militari. Nel 745 si produsse un altro fattore di instabilità con la comparsa a corte di Yang Yuhuan, una concubina dell’imperatore che sarebbe divenuta uno dei protagonisti preferiti della narrativa popolare e del teatro delle epoche successive con l’appellativo di “preziosa consorte”. Il favore del quale godeva presso l’imperatore si tradusse in un favoritismo dei suoi parenti e dei suoi protetti che creò un notevole scompiglio presso la corte e l’aristocrazia. Uno di questi, Yang Guozhong, figlio di un piccolo funzionario del Sichuan, salì ben presto ai massimi vertici del potere, arrivando addirittura a scatenare una lotta contro il potente Liu Linfu. La morte di quest’ultimo nel 752, consentì a Yang Guozhong di subentrare direttamente in tutte le posizioni occupate dal potente consigliere e quindi di impadronirsi in un sol colpo di un potere enorme. La situazione generale dell’Impero era nel frattempo giunta ad un momento estremamente critico e l’ine-sperienza del nuovo primo ministro avrebbe reso le cose ancora peggiori.
A partire dal 736 le forze imperiali avevano dovuto affrontare a più riprese i tibetani e i turchi occidentali che si erano uniti in alleanza. Lo scontro fu tuttavia favorevole ai cinesi che non solo respinsero gli invasori, ma riconquistarono anche importanti postazioni. Nel 746 e nel 750 inoltre, il generale coreano Geo Xianzhi al comando dell’armata occidentale condusse vittoriosamente due grandi spedizioni punitive contro i tibetani, spingendosi fino al Pamir e al Kashmir. Tornato indietro e sconfitti i turchi occidentali nella zona del fiume Ili He (vicino al lago Balhaš nell’odierno Kazakistan), il generale si ritrovò in contatto con una nuova forza che aveva da poco conquistato la Persia e che ora dilagava in Asia centrale: gli arabi. Nel corso della storica battaglia che ne seguì, presso il fiume Talas nel 751, le forze cinesi furono sconfitte. Probabilmente lo scontro in se stesso non ebbe grande importanza ma l’evoluzione successiva della situazione cinese avrebbe attribuito a tale battaglia un ruolo di spartiacque tra due epoche: dopo di essa il processo di islamizzazione dell’Asia centrale non avrebbe più incontrato ostacoli.
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Dettagli appunto:
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Autore:
Lorenzo Possamai
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- Università: Università degli Studi di Padova
- Facoltà: Scienze Politiche
- Esame: Storia cinese
- Titolo del libro: Storia della Cina
- Autore del libro: Mario Sabattini e Paolo Santangelo
- Editore: Laterza
- Anno pubblicazione: 2010
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