L'Africa dal 1800 - 1870
Con l’abolizione della tratta nel primo ottocento l’importanza economica dell’Africa per gli europei diminuisce. Segue un momento di riassestamento che coincide in Europa con le guerre napoleoniche e la restaurazione, e durante il quale il valore del commercio euro-africano decresce (è il cosiddetto secolo precoloniale che abbiamo trattato nel precedente capitolo); è in questo periodo fra l’altro che vengono portate a termine le leggendarie missioni esplorative dell’interno, che fino ad allora era rimasto quasi sconosciuto agli europei: nel 1828 Rene Caillé mette piede a Timbuktu nella grande curva del fiume Niger (odierno Mali); nel 1962 vengono finalmente localizzate le fonti del Nilo, dopo vari tentativi costati la vita agli esploratori. Fino alla metà del secolo infatti, quando fu scoperto il chinino, il tasso di morte per malaria fra gli europei oscillava fra il 250 e il 750 per mille!!
Successivamente l’economia europea attraversa una fase splendida dal 1848 al 1873, che contribuisce a rinnovare l’interesse economico per l’Africa, che continuò comunque a salire di intensità anche per tutto il resto del secolo. Allora però era ancora tutto in mano alle iniziative dei privati o alle Compagnie per azioni, cosiddette a Carta, perché godevano di privilegi commerciali e potevano amministrare autonomamente i loro insediamenti costieri e stipulare trattati con i poteri indigeni locali. Nel 1869 l’apertura del canale di Suez decresce l’importanza geografica dell’Africa, ma non quella economica di serbatoio di terra e materie prime.
Continua a leggere:
- Successivo: La corsa all’Africa
- Precedente: L’africa degli europei: le ragioni del colonialismo in Africa
Puoi scaricare gratuitamente questo riassunto in versione integrale.