L’unità di forma e contenuto dell'opera d'arte
L’unità di forma e contenuto dell'opera d'arte
Concepita in questa seconda maniera, l’unità di forma e contenuto non costituisce un criterio di valore. L’unità discende dalla definizione di contenuto dell’opera d’arte. L’unità di forma e contenuto è dunque un accordo di forme e contenuti specificabili e in talune opere può sembrare sufficientemente inclusivo da indurre la convinzione che nell’opera tutto rechi il marchio di questo soddisfacente accordo, che è la base della sua bellezza. Questo giudizio sull’unità estesa è un’interpretazione, una ipotesi. I giudizi sull’unità e perfezione si fondano in arte, come in natura, su una visione selettiva; non sono la forma e il contenuto ad apparirci come una cosa sola, ma un aspetto, una parte di ciascuno di essi che noi mettiamo assieme a causa dell’analogia o corrispondenza espressiva. In un ciclo pittorico esteso, ad es., quello di Giotto a Padova, ogni scena ha una forma unica che costituisce la sua immagine distinta, e però tutte insieme costituiscono un complesso unitario grazie a forme e colori comuni, benché i soggetti siano diversi. Sarebbe difficile accoppiare questo grande ordine dell’insieme con un’espressione e significato sommatori che si trovino anche nella concezione giottesca della Storie di Cristo; ma anche se li si trovasse, rimarrebbe vero che si può reagire all’uno senza cogliere pienamente l’altra. Se in tutte queste scene c’è un atteggiamento spirituale comune che consideriamo una qualità del contenuto, c’è in ogni scena una forma particolare dotata di tratti che non sono distintivi dell’atteggiamento spirituale dominante. Per l’artista forma e contenuto sono separabili in quanto egli, preliminarmente all’opera, da un lato possiede la forma grazie all’abitudine ad uno stile passibile di molti contenuti, e dall’altro ha una concezione del proprio soggetto o tema che è ricca di significato e aperta ad una varietà di trattamenti; nel processo realizzativo, queste componenti separabili dal suo progetto, sono fatte interagire e nell’opera finita emergono qualità uniche, tanto formali che contenutistiche, che sono i prodotti di questa interazione: esse sono dotate di molti punti d’accordo, ma anche di qualità distintive per ciascuna di esse (ad es. in un ritratto non ci occorre conoscere l’identità di una persona per ammirare la realizzazione dell’individualità con mezzi pittorici: eppure per l’artista quell’identità era essenziale e certe forme espressive sono state concepite come adeguate unicamente ad un particolare ritrattato dotato di tratti caratteriali e di un’importanza che dal ritratto noi
possiamo solo divinare in maniera incompleta). Il concetto di unità di forma e contenuto deve competere anche con il fatto che ci sono convenzioni formali indipendenti dal soggetto e che compaiono identiche in una grande varietà di stili individuali. In pittura e scultura, quel che viene chiamato stile della rappresentazione è un sistema di forma applicata a vari temi: un esempio è offerto nella pittura vascolare greca, dall’uso dello sfondo nero con le figure rosse e dello sfondo rosso con le figure nere, il che costituisce una forma molto caratteristica e di effetto. Temi mitologici e della realtà quotidiana, il tragico e il festoso, l’atletico e l’erotico (ovvero il contenuto della pittura) sono parimenti rappresentati tramite questo contrasto di figure e sfondi. Accettando la convenzione, artisti di stili diversi dotano la forma base di qualità che è possibile ricondurre a tratti distintivi di uno stile personale e forse perfino alle concezioni individuali di certi temi; ma almeno alcune caratteristiche formali sono distinguibili dal contenuto specifico e perfino dal contenuto considerato come dominio di soggetti forniti di una gamma tipica di significati.
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