La teoria del comportamento amministrativo di Simon

La teoria del comportamento amministrativo di Simon: un atteggiamento critico verso le banalità prodotte da Fayol ed ha criticato gli assunti posti da Taylor. Propone un uomo amministrativo che cerca di seguire i propri interessi anche se non sempre sa quali essi siano, è consapevole solo di alcune alternative possibili, e che comunque si accontenta di un risultato soddisfacente, e non mira sempre all’ottimo come l’uomo economico. Simon prende oggetto d’analisi le decisioni che l’individuo deve prendere in quanto partecipante dell’organizzazione. In genere le organizzazioni semplificano le decisioni ed aiutano i loro membri nelle decisioni che devono prendere restringendo i fini verso cui si indirizza l’attività. I fini hanno influenza sul comportamento solo quando entrano nelle decisioni su come comportarsi, fini generali ultimi delle organizzazioni  non danno molte indicazioni adatte a guidare comportamento dei partecipanti ma servano come punto di partenza per la costruzione della catena mezzi-fini che comporta: partire dal fine generale ultimo dell’organizzazione , scoprire i mezzi per realizzare il fine, prendere i mezzi come nuovi sotto-fini e scoprire i mezzi più dettagliati per realizzarli. Con la struttura gerarchica il comportamento raggiunge integrazione e coerenza. Il fine del capo è solo un mezzo rispetto al fine di completare il prodotto finale. Il completamento di tutte le componenti costituiscono il mezzo rispetto al fine di vendere il prodotto ai negozianti, , vista dall'alto verso il basso la suddivisione dei fini generali in sotto-fini rende agevole il comportamento razionale. Una struttura formalizzata facilita i processi razionali di decisione suddividendo le responsabilità tra i partecipanti. Ruoli specializzati e regole sono visti come meccanismi per restringere il campo delle decisioni che il partecipante deve prendere e per aiutarlo a scegliere la decisione adatta all'interno di quel campo.