Orfeo, Dionisio e Persefone
Orfeo, Dionisio e Persefone
A sé stanti ma connessi al sistema religioso delle divinità maggiori, i culti di Dionisio, Orfeo e Persefone, e specialmente i riti associati a questi culti, sono un altro elemento comune delle religiosità e della cultura greche. Essi sono molto interessanti da un punto di vista antropologico e soprattutto affascinano per il loro carattere misterioso e segreto.
IL CULTO DI DIONISIO
I riti associati al culto di Dionisio - il dio del vino, dell’oscuro e dell’irrazionale (noto presso i romani col nome di Bacco) - sono certamente quelli che più hanno ispirato i registi porno: il termine orgia, letteralmente ‘azione sacra’ deriva proprio da qui. Essi erano praticati all’interno di confraternite e si svolgevano ad anni alterni in luoghi isolati lontani dalle mura cittadine, con una presenza prevalente di donne (chiamate menadi cioè ‘pazze’). Nel corso della cerimonia, costituita da danze frenetiche al suono di flauti e tamburelli, le menadi cadevano in uno stato di trance, durante il quale avevano l’impressione di essere possedute dal dio e invase da una misteriosa energia divina.
Durante questi rituali si praticavano inoltre cruenti sacrifici: veniva ucciso a mani nude un animale (di solito un cerbiatto od un capretto), le cui carni erano dilaniate e divorate immediatamente. I seguaci del culto di Dionisio affermavano che questo tipo di esperienza costituiva una particolare forma di conoscenza, raggiunta non attraverso la mente ma per mezzo della parte irrazionale di sé stessi. Si racconta anche che le menadi nel corso del rituale manipolassero serpenti velenosi e si dimostrassero del tutto insensibili ai colpi e al fuoco, acquisendo una forza sovrumana. Il loro viso si alterava fino a diventare spaventoso mentre emettevano urla selvagge. Al momento del risveglio però sembrava che non ricordavano nulla di quanto era avvenuto durante il rito.
IL CULTO DI PERSEFONE
Detti anche misteri di Eluisi, la cittadina vicino ad Atene dove si tenevano i rituali più importanti, i riti in onore di Demetra, dea della terra, e di sua figlia Persefone, sposa di Ade, erano segreti (di qui l’appellativo di misteri). I poeti e gli storici antichi che vi furono iniziati devono aver mantenuto il loro giuramento alla riservatezza, così le poche informazioni che abbiamo derivano perlopiù da autori cristiani, spesso desiderosi di screditare questi riti pagani. Accadeva una volta all’anno: una grande processione, sfilando silenziosa nel cuore della notte, muoveva da Atene ad Eluisi lungo una via sacra; ad Eluisi scendeva in una camera sotterrane dove i sacerdoti compivano i riti alla luce delle fiaccole. Sembra che la cerimonia assumesse toni spaventosi, fino a quando il sacerdote avvertito da un colpo di gong, non mostrava agli occhi dei convenuti alcuni oggetti sacri e allora la statua di Persefone riemergeva dal suolo a testimonianza della vita dopo la morte.
IL CULTO DI ORFEO
Il movimento orfico prende il nome da Orfeo, un cantore mitico che si diceva fosse in grado di ammansire gli animali feroci e far spostare gli esseri inanimati. L’orfismo si diffuse in vari ambienti della società greca arcaica, affiancandosi alla religione ufficiale. Era un culto segreto, praticato da piccoli gruppi a quali si era ammessi mediante un rito iniziatico. L’orfismo era una fede escatologica, ossia incentrata sul destino dell’anima dopo la morte. Gli orfici credevano nella metempsicosi e pertanto rifiutavano qualsiasi forma di violenza, conducevano una vita austera ed erano strettamente vegetariani. Esisteva anche una specie di paradiso, il “mondo dei beati”, al quale gli iniziati avrebbero avuto accesso immediatamente dopo la morte. L’orfismo rappresentò la corrente mistica della religiosità greca, in contrapposizione al culto delle divinità principali, che era invece politico, pubblico e cittadino.
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