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Guida generale degli archivi di Stato 1981


Di tutt’altro genere è il panorama che dal 1981 viene fotografato nella Guida generale degli archivi di Stato. Il numero degli istituti di cui è descritto l’insieme dei relativi complessi documentari, è di gran lunga superiore a quello del Manuale (19 istituti), dal momento che vi è un istituto archivistico in ogni capoluogo di provincia, oltre che sezioni di archivi di fatto dipendenti dai rispettivi archivi dei capoluoghi. Le partizioni adottate nella Guida generale per i complessi documentari appartenenti agli archivi di stato, presenti nei capoluoghi di regione, sostanzialmente due. L’una utilizzata per gli archivi statali, basata sulle cadenze periodizzanti della grande storia (antico/presente, il passato a sua volta suddiviso in antichi regimi, età napoleonica, restaurazione), l’altra utilizzata soprattutto per archivi non statali che rinvia a ripartizioni sistematiche collegate a fatti archivistici o a situazioni storiche o a peculiarità istituzionali. In tutti i provvedimenti normativi che riguardano il settore degli archivi, emanati dal secondo decennio postunitario a oggi, è prevista, accanto a un’attività conservativa di documentazione cui è attribuibile un’utilità storico-culturale, un’attività distruttiva di parti di essa, cui questo termine concetto non è applicato.

Tratto da GLI ARCHIVI TRA PASSATO E PRESENTE di Alessia Muliere
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