Tre tipi di conoscenza certi in Locke
La conoscenza allora non ha per oggetto le cose ma le idee. Come si fa allora a stabilire se idee complesse derivanti da ragionamenti non siano puri enti mentali ma risultino realmente esistenti? Bisogna distinguere tre tipi di conoscenze che vanno considerati necessariamente certi:
l’esistenza dell’io che i è data per intuizione: cogito ergo sum
l’esistenza di Dio a cui si giunge per dimostrazione: non può non esistere una causa esterna
l’esistenza delle cose esterne: per spiegare questo tipo di esistenza Locke oltre all’intuizione e alla dimostrazione aggiunge la percezione sensibile attuale ossia un tipo di conoscenza che va considerata nel momento stesso in cui si verifica. Solo nel momento in cui io percepisco una cosa nella sua immediatezza ho nella mia mente “un’idea vivissima” che molto si avvicina alla conoscenza intuitiva. Nel momento in cui la cosa non è più presente e ne ho solo un ricordo non posso più essere certo che essa esista e dalla certezza passo allora alla probabilità. Ad ogni modo conclude Locke solo nell’intuizione la conoscenza assume il suo grado più alto di certezza. Si vede allora come da un legame stretto con l’esperienza Locke passi man mano a dare importanza all’intuizione e dunque alla sfera razionale. Non è un caso che nel quarto libro egli approfondisca tale importanza nonostante l’esperienza permanga come irrinunciabile condizione di ogni sapere.
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Dettagli appunto:
- Autore: Carlo Cilia
- Università: Università degli Studi di Catania
- Facoltà: Lettere e Filosofia
- Esame: Storia della filosofia moderna
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