L’Io: il regista cognitivo della personalità

L’Io: il regista cognitivo della personalità

In tutte le psicologie del ‘900 che hanno utilizzato il concetto di Io, questo coincide con l’area dei processi cognitivi.
I processi cognitivi sono l’insieme delle funzioni e capacità che consentono all’uomo di muoversi efficacemente nell’ambiente e di programmare e prevedere i risultati delle proprie azioni.
Nei primi decenni del ‘900 l’attività cognitiva era fondata sul concetto di apprendimento, ma progressivamente si è trasformata nella capacità di elaborare schemi e regole per “ordinare” il mondo in una rappresentazione mentale. Oggi la capacità cognitiva è la capacità dell’uomo di introdurre regolarità e ordine nell’esperienza.
Secondo George Kelley ed i suoi studiosi, l’uomo è un ricercatore attivo che ha bisogno di costruire teorie esplicative basate su leggi che costituiscono un sistema. É una costruzione cognitiva che interpreta la realtà e diventa punto di riferimento (mappa cognitiva) per la visione di tutte le cose.
Gli studi nell’ambito dell’orientamento cognitivista sull’attenzione dimostrano che gli individui ricercano elementi significativi in un determinato contesto e che l’attenzione agisce in base alle aspettative, a schemi già precostituiti che guidano l’esplorazione dell’informazione disponibile: la ricerca è sempre mirata e tendenziosa.
Secondo la psicologia contemporanea, l’attività cognitiva è un processo di ricerca e di costruzione di significato per rendere prevedibile l’ambiente. Questo è evidente soprattutto in ambito di rapporti personali.
Secondo l’attuale concezione della natura dei processi cognitivi, tali processi sono fortemente tesi ad offrire alla nostra coscienza un assetto ordinato, in cui l’attore (cioè noi stessi) ha un ruolo positivo ed attivo. L’interpretazione dei fatti deve rappresentare un mondo ordinato fatto di regolarità e prevedibilità e questa costruzione deriva dal sistema cognitivo dell’Io in modo attivo e non come semplice registrazione del presente.